Segnalazione – Vendere Un Cuore Al Mercato Nero e altri racconti di Elisa Fumis

Titolo: Vendere Un Cuore Al Mercato Nero e altri racconti
Autore: Elisa Fumis
Editore: Passerino Editore
Formato: ebook
Prezzo: 3 euro

Genere: raccolta di racconti surreali e soprannaturali

Pubblicato precedentemente in self publishing. 

 

Trama:
I cinque racconti che compongono questa raccolta scavano nel profondo dell’animo umano, conducendo il lettore a compiere un viaggio alla scoperta dei sentimenti più intimi e torbidi, tra sogno e realtà.
Si passa dalle atmosfere oniriche a quelle più introspettive, da quelle romantiche e pure, con richiami ai manga per ragazze, a quelle più cupe e soprannaturali.
Lo stile suggestivo che caratterizza l’autrice porta a un’associazione di immagini avvincente, misteriosa e molto emozionante.
In Vendere Un Cuore Al Mercato Nero, che dà titolo all’intera antologia, troviamo un ragazzo insofferente e uno strano aneddoto che sembra una profezia e che cambierà le vite dei protagonisti. Brutto porta alla luce il tormento di un giovane, che ancora non riesce ad accettarsi e che vive basandosi sulle proprie percezioni, spesso lontane dalla realtà. Tokyo è la manifestazione dei pensieri di una ragazza che cela un radicato senso di vuoto e che cerca consolazione nel proprio ragazzo, dove anche in questo caso il mondo reale si fonde con quello interiore e fantastico. Lucciole è il racconto più cupo della raccolta, dove troviamo una giovane donna che non riesce ad accettare la propria morte e vorrebbe vivere ancora, per non dimenticare ed essere dimenticata, per amare ed essere amata per la prima volta. L’antologia si chiude con La Casa, dove ritroviamo alcuni personaggi già presenti in Lucciole e che lascia spazio alla speranza e all’amore, senza riserve, abbandonando in modo definitivo le angosce e i sensi di colpa.

 

Cinque racconti surreali o soprannaturali. Amore, mistero, sogno, sentimenti profondi e torbidi.
Vendere Un Cuore Al Mercato Nero;
Brutto;
Tokyo;
Lucciole;
La Casa

 

Perché dovreste leggere Vendere Un Cuore Al Mercato Nero e altri racconti? 
1. È un’opera profonda, ricca di emozioni e di messaggi nascosti. È un viaggio tra le immagini, come se i quadri potessero parlare;
2. Reina. È sicuramente il personaggio migliore della raccolta;
3. I protagonisti sono quasi tutti femminili e sono forti, pur apparendo fragili. Sanno amare, ma non vogliono dipende da nessuno. Al contrario, quelli maschili sono emotivi, risultano umani.
4. C’è una buona dose di introspezione, mescolata a misteri, sentimenti, riflessioni. È adatto a tutti;
5. Vengono affrontati temi importanti, quali il bullismo, il suicidio, la voglia di vivere, l’emarginazione, il bullismo, i problemi psicologici, la scarsa autostima.
I miei personaggi sono tutti un po’ emarginati, ma vogliono farvi sentire meno soli.

 

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Nota: Questa è la mia prima esperienza con una casa editrice. Speriamo vada tutto per il meglio!
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1.  Il primo manga che hai letto?

Ufo Baby

Dopo che i loro rispettivi genitori li hanno lasciati da soli, Miyu e Kanata sono costretti a vivere insieme e a occuparsi di un neonato alieno di nome Lou e il suo “baby sitter” alieno Baumiao, un animale parlante a metà tra il cane e il gatto. La convivenza forzata risulterà più complicata del previsto: dovranno tenere nascosta l’identità di Lou ed evitare che combini guai a causa dei suoi poteri paranormali…

Mi ricordo di averlo letto in un pomeriggio (tre ore circa) e di non aver staccato gli occhi dalle pagine. Ufo Baby è una lettura leggera, divertente e tenera. Pur non rammentando ogni avventura di questo manga, mi sento comunque di consigliarlo a chi cerca qualcosa di non troppo impegnativo, di dolce e di magico.

2. L’ultimo manga che hai letto?

Mairunovich

Mairu Kinoshita è una ragazza che trascura il suo aspetto esteriore e che è insicura. A scuola tutti la evitano e la soprannominano “fungo velenoso”, mentre a casa viene maltrattata dal fratello maggiore. A causa di un brutto scherzo organizzato da un compagno di scuola e grazie alle parole di Tenyu Kumada, il ragazzo più popolare, la giovane prende coscienza del suo problema e decide di voler cambiare. Chiede a Fuwari, la sua vicina di casa trans, di aiutarla a migliorare la sua immagine. Una volta diventata una bella ragazza, Mairu ha intenzione di trovare l’amore…

Mairunovich narra della trasformazione, esteriore e interiore, di un’adolescente solitaria e ignorata da tutti. L’evoluzione del suo personaggio è evidente ed è il fulcro di questa bellissima e toccante serie. In Mairu possiamo apprezzare l’impegno e la determinazione, la sua ricerca del “vero amore” – dapprima disperata e immatura – e la sua bontà. La giovane scopre tutte le gioie e le sofferenze dell’amore, senza mai smettere di cercare il suo uomo ideale.  Lasciatevi travolgere da una storia tenera ed emozionante, fatta di colpi di scene, tradimenti, delusioni e molto altro ancora!

3. Il tuo manga preferito?

Non ne ho uno preferito. Mi piacciono tantissimo Tokyo Ghoul, qualsiasi manga dei Pokèmon, Your Name,  A Silent Voice e I bambini che inseguono le stelle.

4. Un manga che vorresti rileggere?

Densha Otoko

Un giovane otaku che sta viaggiando in treno per tornare a casa salva una bella ragazza da un uomo ubriaco. Lei gli chiede l’indirizzo per potergli recapitare un regalo. Qualche giorno dopo il ragazzo riceve delle tazzine Hermes e un biglietto di ringraziamento da parte della ragazza che aveva salvato. Essendo inesperto con le donne, decide di chiedere aiuto su internet. Le persone iniziano a dargli consigli per rinnovare il suo look o su come comportarsi con “Hermes”, la misteriosa ragazza. Con il tempo la comunità si anima e tutti vogliono conoscere le avventure del nostro eroe, tanto da affezionarsi a lui e da seguirlo come si farebbe con un personaggio famoso sui social…

Densha Otoko è una miniserie di tre volumi, dolce e coinvolgente. Pur non essendo un’opera molto conosciuta, merita di essere letta. Mi è entrata nel cuore proprio per il protagonista, timido e imbranato, che viene aiutato e sostenuto da sconosciuti e che riesce a trovare il coraggio di mettersi in gioco per conquistare la sua amata.

5. Un volume unico che consiglieresti?

Shino non sa dire il suo nome

Shino ha un problema: non riesce a pronunciare il suo nome. Quando il primo giorno di scuola deve presentarsi davanti ai suoi compagni di classe, si esprime in modo goffo e scatena l’ilarità generale. La sua vita da liceale non è semplice; si ritrova da sola, incapace di interagire con i suoi coetanei.
Successivamente si imbatte in Kayo, una sua compagna che ha una “mancanza” come lei…

Shino non sa dire il suo nome è un volume unico toccante e profondo, che affronta le difficoltà e le paure nella delicata fase dell’adolescenza. Se vi è piaciuto A Silent Voice, non può mancare nella vostra libreria!

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6. Un manga poco conosciuto che consiglieresti?

Elisa In Ghostland

Elisa ha 16 anni ed è molto ricca. Suo padre le cede la proprietà del parco di divertimenti a tema fantasmi “Ghostland”. La ragazza però nutre odio verso questo parco e odia tutto ciò che non è nuovo. Infatti, la sua idea è quella di distruggere Ghostland e costruire un grandissimo centro commerciale, con una sala dove organizzare sfilate con vestiti e modelli sempre diversi. Una notte, Elisa, con una trappola, viene a conoscenza del fatto che tutti i manichini del parco hanno iniziato ad animarsi, a parlare e muoversi – possono farlo soltanto di notte. Tra questi, c’è anche il bellissimo e pauroso vampiro Luke, il capo dei manichini. Lui chiede ad Elisa di non distruggere Ghostland perché vuole vedere i clienti divertirsi ancora. Decide così di portare la ragazza sulle giostre per farle cambiare idea. Cosa deciderà di fare Elisa? 

A me è piaciuto molto. I disegni sono carini e la storia molto tenera. Non è un capolavoro, solo una lettura leggera e dolce. 

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7. Un manga che vorresti uscisse in Italia?

Amagi Brilliant Park

Il liceale Seiya Kanie si imbatte in Isuzu Sento, una nuova studentessa della sua scuola. Quest’ultima lo costringe a recarsi insieme all’Amagi Brillinat Park, un parco a tema della periferia di Tokyo che versa in condizioni critiche. Il suo obiettivo principale è quello di raggiungere le 500.000 visite entro la fine del luglio successivo per non essere chiuso e venduto. Seiya visita il luna park e conosce la sua titolare, una principessa di nome Latifa, che vorrebbe affidargliene la gestione. Il ragazzo rifiuta l’incarico, ma lo stravagante staff del parco riesce a coinvolgerlo nella disperata nonché impossibile impresa di salvare l’Amaburi… 

L’anime è molto bello e vorrei tanto che il manga e la light novel arrivassero anche in Italia. 

8. Un manga che attendi con ansia di acquistare?

Totsukuni no Shoujo (The Girl From the Other Side: Siúil a Rún)

The Girl From the Other Side è la storia del legame tra Shiva, una bambina sana del mondo interno e il suo “Maestro”, un uomo proveniente dall’esterno e maledetto che si prende cura di lei. Quest’ultimo assomiglia a un Wendigo e non può sfiorare la bambina senza infettarla. I due vivono in un villaggio abbandonato a causa della maledizione, ma il loro rapporto sta per essere minacciato…

Ho letto i primi volumi in inglese e ho sperato che venisse pubblicato anche in Italia. La storia è interessante: un legame puro tra due persone differenti, unite da un sincero affetto e da una profonda fiducia, che deve scontrarsi con i pregiudizi, l’ignoranza e la paura. Tutto ciò che è diverso va allontanato al posto di essere capito e amato. Il mistero legato alla maledizione e ai due “mondi” mi incuriosisce. I disegni sono superbi e ricordano una fiaba o un racconto popolare. 

9. Un manga che hai letto in inglese e che ti è piaciuto?

Watashitachi no Shiawase na Jikan (Our Happy Hours)

Juri è una pianista che è stata violentata dal suo insegnante e che ha tentato più volte di suicidarsi. Non avendo un buon rapporto con la madre e avendo perso il padre, viene aiutata da sua zia, Suor Monica. Quest’ultima le fa conoscere Yuu, un assassino. I due iniziano a scambiarsi delle lettere e a stringere un legame, accumulati dal dolore e dal peso di una vita troppo ingiusta. Riuscirà Juri ad apprezzarla e andare avanti grazie al giovane?

Una storia dal sapore agrodolce, commovente e dura, che affronta temi drammatici quali il suicidio, la violenza sessuale, la perdita e la sfiducia nel genere umano. Per riuscire ad andare avanti, bisogna desiderare di vivere. Vivere per amore. 

10. Un manga che hai prestato a qualcuno?

Il primo volume di Maison Reiroukan.

 

✒ Avete delle curiosità? Potete chiedermele nei commenti e io vi risponderò in un prossimo manga tag.

 

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Recensione #7 – Shino non sa dire il suo nome

Shino non sa dire il suo nome è un manga scritto e disegnato da Shuzo Oshimi, autore di una serie chiamata I Fiori del Male (Aku no Hana). In Italia è stato pubblicato da Planet Manga, come altre sue opere.

 

Shino ha un problema: non riesce a pronunciare il suo nome. Quando il primo giorno di scuola deve presentarsi davanti ai suoi compagni di classe, si esprime in modo goffo e scatena l’ilarità generale. La sua vita da liceale non è semplice; si ritrova da sola, incapace di interagire con i suoi coetanei.
Successivamente si imbatte in Kayo, una sua compagna che ha una “mancanza” come lei…

 

Shino non sa dire il suo nome è un volume unico toccante e profondo, che affronta le difficoltà e le paure nella delicata fase dell’adolescenza.
L’autore ha la capacità di trasmettere i sentimenti dei personaggi attraverso le loro espressioni facciali (ansia, rabbia, tristezza, etc.), disegnate con una grandissima precisione e cura nei dettagli. Questo rende la sua opera realistica ed emozionante.
Il tema della balbuzie non viene affrontato in modo troppo specifico: quello di Shino sembra un problema legato alla tensione e alla paura tipiche degli adolescenti e non un vero e proprio disturbo del linguaggio. In questo modo molte persone possono rispecchiarsi nella protagonista, possono capirla e la sua storia può arrivare più facilmente a tutti i lettori. Chi non è stato un po’ timido quando era ragazzino? Chi non ha avuto difficoltà a socializzare con i compagni di classe o a parlare davanti a un pubblico?

Shino ha un disagio che le impedisce di stringere legami con i suoi coetanei. All’inizio appare molto insicura. Passa il tempo da sola, mangia il pranzo da sola, parla da sola perché non ha amici. Ha trovato un posto dove nascondersi e fingere di avere una normale conversazione con gli altri. La svolta avviene quando conosce Kayo, una sua compagna apparentemente forte. Ma anche lei ha le sue insicurezze, i suoi timori. È decisa a formare una band insieme a Shino, le Shinokajo, per esibirsi all’imminente Festival scolastico autunnale. Standole accanto, la protagonista impara ad aprirsi e a esprimersi meglio. È proprio rilassandosi che riesce a non inciampare nelle parole, a non cercare una scappatoia (per esempio, scegliere vocaboli più semplici da pronunciare).
Non mancano le incomprensioni dettate dalla paura del giudizio altrui o dalle difficoltà di comunicare (“Se non me lo dici, io come faccio a capirlo?!”) A volte si preferisce scappare piuttosto che affrontare i propri demoni. Ma non si può fuggire per sempre.

Shino non sa dire il suo nome è la storia di una dolce e complicata amicizia, di un legame che permette alla protagonista di comprendere i suoi errori, di trovare se stessa e di rinascere. È un’opera che si legge velocemente, che scalda il cuore e che rimane impressa.
Unico difetto: è troppo breve. Non c’è abbastanza spazio per la caratterizzazione dei personaggi, per flashback e per ulteriori approfondimenti. Una storia tanto bella meriterebbe qualche volume in più.

Interessante anche la postfazione: l’autore racconta delle sue difficoltà nel linguaggio ai tempi delle scuole medie e di come la balbuzie lo ha reso più riflessivo. Due pagine che meritano di essere lette e che fanno emozionare.

 

Lo consiglio a chi cerca un manga originale, commovente, non troppo pesante o eccessivamente triste, con un bel finale e riflessioni profonde. Il prezzo del volume è un po’ alto (6,50 euro), ma sono soldi ben spesi. Se vi è piaciuto A Silent Voice, non potete perdervi la storia di Shino!

 

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Totto-chan, la bambina alla finestra

Totto-chan, la bambina alla finestra è un romanzo autobiografico scritto da Tetsuko Kuroyanagi, noto personaggio della televisione giapponese. In Giappone è stato pubblicato nel 1981 ed è divenuto subito un bestseller. L’edizione italiana di questo libro è stata curata da Excelsior 1881, che ha tradotto il testo dall’inglese e non dal giapponese.

 

Totto-chan è una bambina di 7 anni, curiosa e chiacchierona. Inizia a frequentare una nuova scuola, la Tomoe Gakuen, dopo essere stata espulsa a causa della sua esuberanza. La Tomoe, gestita dal preside  Sosaku Kobayashi, è particolare: le sue aule sono vagoni di un treno abbandonato e i suoi studenti imparano attraverso il gioco. Un metodo di insegnamento non convenzionale, dissimile da quello tradizionale giapponese, porta i bambini ad affezionarsi al signor Kobayashi, ad affrontare le giornate scolastiche con il cuore colmo di gioia e a conoscere usi e costumi nipponici. Totto-chan e i suoi amici devono affrontare nuove sfide e a volte devono fare i conti con la dura realtà…

 

I capitoli di questo libro si presentano come racconti assai brevi, accompagnati dalle bellissime illustrazioni di Chihiro Iwasaki. Narrano i ricordi d’infanzia dell’autrice legati alla Tomoe, una vera e propria scuola di vita. Tra folklore nipponico, prove di coraggio o gite, i bambini imparano importanti valori quali l’amicizia e il rispetto per tutto ciò che è diverso. Il signor Kobayashi ha escogitato degli stratagemmi per far sentire tutti i suoi studenti accettati e per non escludere nessuno, in modo tale da non farli crescere con inutili complessi. Si sa che l’infanzia è un periodo molto importante nella vita di ognuno di noi e tutti dovrebbero prendere esempio da questo grandissimo uomo. Pagina dopo pagina, si percepisce l’affetto che il preside prova per gli alunni della Tomoe e la stima che loro hanno per lui; questi sono sentimenti difficili da trovare oggigiorno nell’ambiente scolastico.
L’autrice ha la capacità di trasportarci in un mondo incantato, quasi fiabesco, come se fossimo circondati da alberi di ciliegio in fiore. Un mondo osservato dagli occhi innocenti di una bambina delle elementari.
Totto-chan è un’opera delicata e toccante, che trasmette serenità al lettore. Lo consiglio a tutti quelli che vogliono tornare a sentirsi fanciulli e spensierati, a tutti quelli che vogliono leggere un libro assieme al proprio figlio, a tutti gli appassionati delle tradizioni giapponesi e a chi non disdegna romanzi che possono essere un po’ lenti e che raccontano spaccati di vita quotidiana.

 

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Recensione #6 – A Silent Voice

A Silent Voice (Koe no katachi in giapponeseè un manga scritto e disegnato da Yoshitoki Oima. In Italia è stato pubblicato da Star Comics. Un film d’animazione basato su questa serie è uscito nelle sale cinematografiche giapponesi nel 2016.

Shoya Ishida ha 17 anni ed è un liceale solitario. Prima di togliersi la vita, il ragazzo decide di incontrare Shoko Nishimiya, una sua compagna di classe in sesta elementare, con l’intenzione di scusarsi per averla presa di mira a causa della sua disabilità – Shoko è sorda dalla nascita. Per poterle parlare, Shoya ha persino imparato la lingua dei segni. Quando la rivede, il ragazzo le chiede di diventare amici. Ishida è determinato ad avvicinarsi a lei e a rimediare agli errori commessi in passato, ma la strada per poter stringere un legame d’amicizia con Nishimiya è piena di ostacoli e ricordi dolorosi…

A Silent Voice affronta, in modo profondo e toccante, temi quali il bullismo, la disabilità fisica, l’incomunicabilità tra le persone, l’amicizia, la crescita personale. Pur essendo un manga con ambientazione scolastica e protagonisti adolescenti, risulta più maturo e presenta tematiche più serie: infatti rientra nella categoria seinen, termine giapponese che indica tutte quelle opere che hanno come target giovani adulti e che significa letteralmente “giovane”.

È una storia d’amicizia e di sentimenti, che fa riflettere sul tempo perduto e sui momenti felici andati (“Quella volta, in sesta elementare, quanto sarebbe stato bello se entrambi avessimo potuto sentirci?” sono le parole che usa Shoya quando rincontra Shoko) e sulla difficoltà o paura di esprimere apertamente i propri sentimenti. Pur essendo diretto e sincero, lo Shoya Ishida delle elementari è troppo immaturo per interagire con la compagna nel modo corretto. Spesso gli adulti tendono a peggiorare la situazione: troviamo quindi un insegnante poco empatico e umano, che ride dei dispetti e delle prese in giro di un ragazzino, e una madre troppo severa nei confronti di una figlia disabile, pur facendolo per il suo bene. Quando Shoya viene messo alle strette, inizia a pagare le conseguenze per le sue azioni di bullismo nei confronti di Nishimiya: i suoi vecchi amici e gli altri suoi compagni di classe lo trattano come spazzatura, facendogli dispetti e insultandolo, ritrovandosi così da solo. Soltanto la ragazzina cerca di aiutarlo e di diventare sua amica, ma lui la rifiuta. Nel momento in cui i due ragazzini si azzuffano, Nishimiya si trasferisce e Ishida si rende conto che lei gli aveva pulito il banco pieno di insulti da parte di tutta la classe. I suoi amici e complici sono diventati presto i suoi carnefici, mostrandosi più meschini del bullo stesso. Per tutti gli anni delle medie e per due anni delle superiori Shoya non lega con gli altri compagni, anche a causa del passato e di quegli amici che gli avevano voltato le spalle, svelando a tutti le sue malefatte. Se il ragazzino si fosse sforzato a comunicare con la compagna in modo differente, come sarebbero andate le cose? Non possiamo saperlo, ma possiamo essere persone migliori, più comprensive e attente. Tutti noi dovremmo essere più sinceri, sempre nel rispetto degli altri.

A Silent Voice è anche la storia del cambiamento di Shoya, il protagonista maschile; non è più lo stesso ragazzino immaturo del passato: prima non riusciva a capire Nishimiya e a comunicare con lei, reputandola strana; adesso, invece, è intenzionato a comprendere la sua voce e a restituirle la felicità che le aveva sottratto alle elementari. Ripensa spesso ai suoi errori, è pentito e mette al primo posto la ragazza, anche a costo di soffrire e ritrovarsi di nuovo da solo.
Non è il classico protagonista maschile, bello, sicuro di sé e popolare; non è l’eroe che salva la ragazza apparentemente bruttina e “sfigata”. Shoya Ishida odia se stesso, è imbranato e pure un po’ tonto. È realistico: ha sbagliato, è umano, e cerca di rimediare. E a me piace proprio per questo!
La ragazza, dal canto suo, si sente responsabile per quanto accaducato a Ishida e si tormentata. Nel suo piccolo cerca di migliorare e di dichiararsi al ragazzo a voce(pronunciando male la parola “suki”, che significa “mi piaci” in giapponese, Shoya fraintende e pensa alla luna, che invece si dice “tsuki”).
La bontà d’animo di questa ragazza è straziante; il suo dolore ti distrugge. Ci vorrebbero più persone tenere e altruiste come lei.

I sensi di colpa che divorano i protagonisti li costringono a fare i conti con i fantasmi del passato, con i loro sbagli, e ad affrontarli, a confrontarsi, a essere più onesti e a cercare di cambiare per ottenere la felicità che meritano.
A Silent Voice non è soltanto una storia sul perdonarsi a vicenda, ma anche sul perdonare se stessi e darsi una seconda possibilità per essere persone migliori.

A mio avviso ci sono troppi personaggi secondari per un’opera breve, alcune situazioni restano in sospeso e avrei voluto che ci fossero più momenti dedicati al legame tra Shoya e Shoko. (Sapete che entrambi vengono chiamati “Sho-chan” dalle rispettive madri?)

In conclusione, consiglio questo manga a tutte quelle persone che cercano qualcosa di diverso e che vogliono emozionarsi. Preparate i fazzoletti!

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Recensione #5 – La Città Incantata

La Città Incantata è un film d’animazione giapponese scritto e diretto da Hayao Miyazaki, prodotto dallo Studio Ghibli. È tratto dal romanzo fantasy Il meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashiwaba; in Italia è stato pubblicato da Kappa Edizioni.

 

Chihiro è una bambina di dieci anni costretta a trasferirsi in una nuova città. Quando il padre prende una strada sbagliata per raggiungere la nuova casa, la famiglia si ritrova davanti a un tunnel di cartapesta. I genitori della piccola, incuriositi, decidono di attraversarlo; pur avendo paura, Chihiro li segue per non dover rimanere ad aspettarli in auto. Il cunicolo li conduce in quello che sembra un parco dei divertimenti abbandonato. La famiglia prosegue il suo cammino nella radura desolata, supera il letto di un fiume prosciugato e arriva in una città di soli ristoranti e locali. I genitori della bambina si abbuffano, mentre lei, contrariata, perlustra la zona e si imbatte in un’imponente struttura termale. Sul ponte incontra un ragazzino, Haku, che le ordina di fuggire; Chihiro torna dai suoi genitori, che si sono trasformati in maiali, scappa impaurita e scopre che il fiume è in piena. La bambina sta scomparendo, quindi Haku le fa mangiare un cibo di quel luogo, il mondo degli spiriti. Decisa a salvare i suoi genitori, Chihiro deve rimanere in città e chiedere di poter lavorare…

 

La Città Incantata è una fiaba di formazione: all’inizio del film Chihiro si presenta come una bambina paurosa e un po’ musona per poi maturare e diventare una bambina più coraggiosa, più forte e più raggiante. La sua avventura nella città degli spiriti le è servita a cambiare; affrontando innumerevoli prove senza il sostegno dei suoi genitori, riesce a sconfiggere le proprie paure e scopre valori come l’amicizia e l’amore, i rischi che si corrono per salvare i propri cari e l’importanza della vita stessa.
Il personaggio di Chihiro evolve in modo graduale e spontaneo, simboleggiando il passaggio da una fase importante dell’esistenza umana a un’altra. Nel mondo degli spiriti la piccola deve prendere delle decisioni importanti, darsi da fare e lavorare, vestendo così i panni di una persona adulta. Dimostra persino di avere una determinazione straordinaria – per esempio, non si lascia scoraggiare quando Kamaji, l’uomo delle caldaie, si rifiuta di darle un lavoro.
La protagonista di questo film non è la classica eroina che salva il mondo dalla strega cattiva, è soltanto una bambina che riesce a insegnare – e insegnarci – qualcosa.
Dunque è impossibile non affezionarsi a Chihiro; la piccina è riuscita a farsi voler bene persino da alcuni spiriti, scoprendo in loro dei nuovi e fidati amici.

Questo lungometraggio animato è anche una critica a una società consumistica e avida (l’ingordigia dei genitori che li trasforma in maiali; l’ipocrisia della proprietaria dei bagni termali, che tratta bene un cliente soltanto perché è apparentemente ricco e tratta in modo sgarbato uno spirito del cattivo odore, che è in realtà lo spirito di un fiume inquinato; i dipendenti che si lasciano comprare dall’oro effimero dell’ingordo Senza-Volto, il cliente che viene servito e riverito da tutti, tranne che da Chihiro;  la violenza distruttiva che scaturisce da un affetto non ricambiato), nonché troppo legata ai doveri come il Giappone – nel mondo degli spiriti tutti devono lavorare e rendersi utili per non farsi trasformare in animali da Yubaba, la perfida strega che gestisce le terme.

La Città Incantata ci insegna a essere più coraggiosi e ad affrontare le nostre paure, a non giudicare gli altri dall’aspetto esteriore o dalle apparenze, ad aprire il nostro cuore, a non perdere di vista le cose importanti per inseguire le cose materiali ed effimere, a non essere avidi ed egoisti, a maturare restando un po’ fanciulli dentro – ingenui e puri di cuore.
È un film adatto soprattutto alle persone adulte in quanto un bambino perderebbe molte delle sfumature della narrazione, concentrandosi solo sui personaggi e sull’azione; a tal proposito, sono contenta di averlo guardato a 26 anni e non a 10 anni.

L’accurata attenzione ai dettagli dei personaggi sul piano grafico e la colonna sonora delicata e magistrale impreziosiscono una sceneggiatura già di per sé perfetta. Non vi sono buchi nella trama, elementi imprecisi o poco accattivanti, è tutto ben congegnato.
I personaggi sono alquanto bizzarri, anche nelle loro sembianze:  Kamaji, l’uomo delle caldaie, che sembra un ragno umanoide, Yubaba, la sovrana del mondo degli spiriti, che ha una testa molto grande e un corpo maestoso, come se fosse la caricatura di una strega, gli spiriti di carta. E c’è persino lo spirito del ravanello!
Ritroviamo anche delle vecchie conoscenze: gli spiriti della fuliggine, aiutanti di Kamaji, sono presenti nel film “Ghibli” Il Mio Vicino Totoro.

 

In conclusione, ritengo che La Città Incantata sia un piccolo capolavoro dell’animazione giapponese, uno dei migliori film dello Studio Ghibli. Pur essendo convinta che fosse diverso, non mi ha delusa e si è rivelato persino migliore di quanto mi aspettassi. Consigliato!

 

Sailor Moon: dove l’amicizia e l’amore risplendono alla luce della luna

Salve a tutti!

Oggi vorrei parlarvi di un anime che guardavo da bambina e che lunedì 19 febbraio ho incominciato a riguardare dalla prima stagione: si tratta di Sailor Moon.

Ho terminato la prima stagione sabato 24 febbraio, l’ho “divorata”. Mi è piaciuta tantissimo! Purtroppo non sono ancora riuscita a finire la seconda stagione per problemi vari.

A mio avviso Sailor Moon è un anime davvero molto bello, che consiglio a tutti di vedere. Quando lo vidi per la prima volta, ero troppo piccola per poterlo comprendere e per poterlo apprezzare nella sua interezza.
Vale la pena di vivere anche soltanto per guardare opere simili, capaci di emozionare lo spettatore a tal punto, di scaldargli il cuore o di fargli versare qualche lacrima.
In Sailor Moon spiccano valori come la bontà d’animo, l’amicizia e l’amore, oggi molto difficili da trovare. Le protagoniste sono molto unite e affiatate, si vogliono davvero bene. Quando una di loro soffre per amore, anche le altre soffrono. Essere così solidali non è da tutti. Io non ho mai trovato persone così, non ho mai stretto legami profondi. Mi piacerebbe tanto essere come Bunny: lei sa farsi volere bene, tutti sono felici in sua compagnia.

Esseri buoni in modo genuino è una dote di pochi. La nostra eroina ci riesce, non ha bisogno di fingersi buona e brava; le viene naturale e spontaneo aiutare e perdonare persino i suoi nemici.  “Bisogna curare le ferite di tutti, anche dei propri nemici,” dice. Questa frase tocca nel profondo, fa piangere. Conosco solo una persona così, è un ragazzo dal cuore d’oro.

 

Per non farmi mancare nulla, ho pianto pure quando Bunny viene lasciata dalla persona che ama. Mi sono sentita anch’io come lei quando sono stata rifiutata da quel ragazzo tanto speciale, anche a me è stato detto “Dimenticati di me“. Siamo entrambe testarde e non siamo riuscite a rassegnarci. Io però dovrei farlo davvero.

Avrei voluto dire più cose sull’amicizia e sull’amore, ma non voglio rovinarvi la visione di questo bellissimo anime.

 

Svegliarsi la mattina con i primi raggi del sole, la sveglia che suona alle 7. Sentire la mamma che grida dal corridoio: “Alzati, Bunny, è ora!” e io mezza addormentata che rispondo. “Ancora cinque minuti.” Correre come una disperata, senza nemmeno avere fatto colazione per prendere l’autobus. Arrivare in ritardo, entrare in classe, essere costretti ad andare in presidenza; studiare, studiare e poi prendere brutti voti. E dopo le lezioni andare con le amiche a prendere un gelato. Guardare con occhi estasiati le vetrine dei negozi del centro. È questa la vita che voglio, voglio una vita così. Sono queste le piccole cose che mi rendono felice, che mi rendono felice.

Ovviamente ho versato un sacco di lacrime con questo discorso. E le ho versate anche adesso che l’ho trascritto. (Apprezzate il mio gesto, per piacere!)

E voi avete mai guardato Sailor Moon? L’avete visto da bambini o da adulti?Pensate di guardarlo?
Fatemi sapere con un commento!

Tag: I preferiti del mese

Salve a tutti!

Oggi vorrei proporvi “I preferiti del mese”, un tag in cui stilo una classifica delle cose che mi sono piaciute di più nei mesi di gennaio e febbraio, divise per categoria.

Libro preferito: Lo Squalificato di Osamu Dazai

Lo Squalificato è un romanzo un po’ particolare: molto introspettivo, manca di azione e di dialoghi, ma non risulta mai noioso.
Yozo vive una sorta di estraniazione e di terrore nei confronti degli esseri umani. Per paura di essere “punito” dagli altri, decide di inventarsi delle storie, di fare il burlone. Il suo tormento e i suoi patetici tentativi di nascondere la sua debolezza si trasformano presto in disperazione: il protagonista spende tutti i soldi in alcool e tenta il suicidio.
Quando la moglie chiede al marito di smettere di bere, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi. (C’è un motivo preciso che preferisco tenere per me stessa). Pur non essendo un libro per tutti, vi consiglio di leggerlo.

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Anime preferito: Sailor Moon

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Canzone preferita: Le Luci della Centrale Elettrica – Per respingerti in Mare

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“I tuoi amici che si contano sui petali di quei fiori che quando soffi si disfano.”

Film preferito: Paradise Beach – Dentro L’Incubo

Serie TV preferita: The End of F***ing World

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Prodotto preferito: acqua micellare Garnier

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Canale YouTube preferito: Latte E Cartoni

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LA NOSTRA TV PER RAGAZZI + FUORI ONDA SPECIALE – Cosmo e Luke mi hanno salutata in questo video.

Anche per oggi è tutto! Spero vi sia piaciuto il tag! Se vi va, lasciate un commento!

A presto.

 

Recensione #1 – Denshinbashira Elemi no Koi

Denshinbashira Elemi no Koi (letteralmente L’amore del palo telefonico Elemi) è un mediometraggio giapponese di 45 minuti circa in cui il palo telefonico Elemi si innamora dell’umano che l’ha riparata dopo un guasto, l’elettricista Takahashi.
Consapevole che il suo amore è impossibile, decide di comunicare con lui attraverso il telefono, fingendosi un’umana.
Così nasce una sorta di sentimento tra i due. Ma Elemi viene scoperta e dopo una ramanzina dal capo dei pali, è costretta a dire la verità al giovane…

Prodotto più di nicchia che commerciale, vincitore di alcuni premi in Giappone, presenta una storia molto particolare e gradevole da seguire, a tratti un po’ lenta, arricchita da una buona colonna sonora. Finale dolce e toccante.

Consigliato a chi cerca una storia d’amore diversa, ben lontana dagli stereotipi shoujo/shounen.

Voto: 9/10

 

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