Recensione #7 – Shino non sa dire il suo nome

Shino non sa dire il suo nome è un manga scritto e disegnato da Shuzo Oshimi, autore di una serie chiamata I Fiori del Male (Aku no Hana). In Italia è stato pubblicato da Planet Manga, come altre sue opere.

 

Shino ha un problema: non riesce a pronunciare il suo nome. Quando il primo giorno di scuola deve presentarsi davanti ai suoi compagni di classe, si esprime in modo goffo e scatena l’ilarità generale. La sua vita da liceale non è semplice; si ritrova da sola, incapace di interagire con i suoi coetanei.
Successivamente si imbatte in Kayo, una sua compagna che ha una “mancanza” come lei…

 

Shino non sa dire il suo nome è un volume unico toccante e profondo, che affronta le difficoltà e le paure nella delicata fase dell’adolescenza.
L’autore ha la capacità di trasmettere i sentimenti dei personaggi attraverso le loro espressioni facciali (ansia, rabbia, tristezza, etc.), disegnate con una grandissima precisione e cura nei dettagli. Questo rende la sua opera realistica ed emozionante.
Il tema della balbuzie non viene affrontato in modo troppo specifico: quello di Shino sembra un problema legato alla tensione e alla paura tipiche degli adolescenti e non un vero e proprio disturbo del linguaggio. In questo modo molte persone possono rispecchiarsi nella protagonista, possono capirla e la sua storia può arrivare più facilmente a tutti i lettori. Chi non è stato un po’ timido quando era ragazzino? Chi non ha avuto difficoltà a socializzare con i compagni di classe o a parlare davanti a un pubblico?

Shino ha un disagio che le impedisce di stringere legami con i suoi coetanei. All’inizio appare molto insicura. Passa il tempo da sola, mangia il pranzo da sola, parla da sola perché non ha amici. Ha trovato un posto dove nascondersi e fingere di avere una normale conversazione con gli altri. La svolta avviene quando conosce Kayo, una sua compagna apparentemente forte. Ma anche lei ha le sue insicurezze, i suoi timori. È decisa a formare una band insieme a Shino, le Shinokajo, per esibirsi all’imminente Festival scolastico autunnale. Standole accanto, la protagonista impara ad aprirsi e a esprimersi meglio. È proprio rilassandosi che riesce a non inciampare nelle parole, a non cercare una scappatoia (per esempio, scegliere vocaboli più semplici da pronunciare).
Non mancano le incomprensioni dettate dalla paura del giudizio altrui o dalle difficoltà di comunicare (“Se non me lo dici, io come faccio a capirlo?!”) A volte si preferisce scappare piuttosto che affrontare i propri demoni. Ma non si può fuggire per sempre.

Shino non sa dire il suo nome è la storia di una dolce e complicata amicizia, di un legame che permette alla protagonista di comprendere i suoi errori, di trovare se stessa e di rinascere. È un’opera che si legge velocemente, che scalda il cuore e che rimane impressa.
Unico difetto: è troppo breve. Non c’è abbastanza spazio per la caratterizzazione dei personaggi, per flashback e per ulteriori approfondimenti. Una storia tanto bella meriterebbe qualche volume in più.

Interessante anche la postfazione: l’autore racconta delle sue difficoltà nel linguaggio ai tempi delle scuole medie e di come la balbuzie lo ha reso più riflessivo. Due pagine che meritano di essere lette e che fanno emozionare.

 

Lo consiglio a chi cerca un manga originale, commovente, non troppo pesante o eccessivamente triste, con un bel finale e riflessioni profonde. Il prezzo del volume è un po’ alto (6,50 euro), ma sono soldi ben spesi. Se vi è piaciuto A Silent Voice, non potete perdervi la storia di Shino!

 

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Recensione #3 – The End of the F***ing World

The End of the F***ing World: James e Alyssa, i “Bonnie e Clyde moderni” in questa serie tv targata Netflix

“The End Of The F***ing World” (TEOTFW) è una serie televisiva britannica tratta dall’omonimo fumetto di Charles Forsman. Viene trasmessa sul canale britannico Channel 4 per poi passare a Netflix, facendola così conoscere in molti altri paesi.

James è un diciassettenne convinto di essere psicopatico, che vorrebbe uccidere un essere umano. Alyssa, sua coetanea, è una ragazza ribelle, arrabbiata con il mondo, che vorrebbe soltanto scappare dalla noia della sua cittadina, dalla sua famiglia e dalle convenzioni sociali.
Un giorno, Alyssa propone a James di fuggire insieme e lui accetta con il solo scopo di poterla uccidere con più calma.
Qualcosa però non va secondo i piani dei due adolescenti e la loro fuga si trasforma ben presto in una spirale di violenza e crudeltà difficile da gestire: James e Alyssa, infatti, si macchiano di una serie di crimini….

“The End Of The F***ing World” è una serie TV molto particolare: all’inizio si percepisce un’atmosfera cupa e pesante, quasi claustrofobica, per poi abbandonarsi a momenti decisamente più rilassati e spensierati, tipici delle commedie romantiche. Il giusto equilibrio tra flashback, pensieri interiori e azione rende la narrazione più incisiva. La suspense rimane sempre molto alta. Si percepisce inoltre un forte senso di solitudine, di abbandono e distacco dal mondo circostante, come se i protagonisti vivessero insieme in una bolla o come se fossero alla disperata ricerca del loro posto nel mondo. Durante la fuga i protagonisti hanno modo di conoscersi, confrontarsi, innamorarsi, di maturare e di scontrarsi con la dura realtà. Le scene in cui i protagonisti sono di spalle trasmettono allo spettatore proprio un senso di vuoto tanto familiare, vissuto in prima persona. “The End Of The F***ing World” è un vero e proprio viaggio nei tormenti dell’animo umano, nei sensi di colpa e nella follia. È impossibile non affezionarsi ai protagonisti e non fare il tifo per loro, pur essendo “anti-eroi”.
La serie è breve e si divora. I due giovani attori sono bravissimi, la colonna sonora è impeccabile. Si possono anche ammirare dei bellissimi paesaggi. Promossa a pieni voti!

Consigliato a chi cerca una storia anticonvenzionale e profonda, a chi adora gli amori quasi disturbati alla “Sid e Nancy”e  a chi non si fa impressionare troppo da sangue, da piccoli animali uccisi e da altre cose abbastanza cruente.

 

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