Girl From The Other Side 1 – Il mio commento

Girl From The Other Side: una favola dalle tinte dark

Shiva è una bambina che vive insieme a una creatura maledetta che chiama “Maestro”. Quest’ultimo è un abitante del mondo esterno (detto estraneo)  in quanto è stato colpito da una misteriosa maledizione. Al contrario la bimba non è stata infettata e lui  è intenzionato a proteggerla. Le loro giornate trascorrono serenamente, ma l’idillio non può durare in eterno…

Girl From The Other Side si presenta come una favola dalle tinte dark.
I momenti spensierati si alternano a quelli più cupi. Una misteriosa maledizione  sta imperversando e il “Maestro”, una creatura infetta, cerca in tutti i modi di proteggere la piccola Shiva. Pur non potendosi nemmeno sfiorare, i due instaurano un legame complice e affettuoso, basato sulla fiducia reciproca e sulla dolcezza. Le loro giornate trascorrono placide, sorseggiando il tè o cucinando una torta di mele. Il rapporto tra i due viene messo a dura prova quando i loro simili scoprono dell’esistenza della bimba, facendo così emergere pregiudizi insiti nell’animo umano.
C’è un forte contrasto tra la sagoma bianca di Shiva, colei che rappresenta il candore e la luce, e le ambientazioni nere, che rappresentano le tenebre e il pericolo che incombe.
La trama intrigante e il silenzio presente in numerose scene di questo primo volume permettono al lettore di “divorarlo”. I disegni sono suggestivi e la copertina potrebbe ricordare un libro di fiabe o di antiche leggende.
Il segreto che cela la maledizione invoglia il lettore a continuare la serie.
In questo numero viene analizzato soprattutto il sentimento che lega il “Maestro” a Shiva, tanto da mentirle per non ferirla e da tormentarsi. Si prende cura di lei come se fosse sua figlia o la sua sorellina, raccomandandole di non allontanarsi dalla loro casa o dal villaggio abbandonato. Inoltre, viene affrontato il tema del pregiudizio nei confronti del diverso: una creatura maledetta è considerata un pericolo, non potrebbe mai essere buona. Shiva vuole bene al suo “Maestro”, nonostante le loro differenze. Tutti noi dovremmo imparare a infischiarcene delle apparenze, a rispettare ogni creatura vivente e abbandonare quelli che sono soltanto inutili e arcaici preconcetti per poter vivere in armonia.
Non manca il colpo di scena finale che preannuncia un secondo volume mozzafiato.

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Ubriaca

Vorrei essere sbronza soltanto per non pensare che ti amo, che ti odio, che ti voglio bene, che sto male, che sto bene, che non so come sto e se posso stare senza di te. E se potessi, starei senza di te.

(Elisa Fumis)

 

 

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Day 100

Quando ero bambina, sognavo di trovare una persona che potesse capirmi e volermi bene. Mi sentivo sola, incompleta. Cercavo sempre qualcosa. O qualcuno. Come se mi mancasse una parte, un pezzo della mia anima. Come se avessi perso qualcosa di prezioso tanto tempo prima. Guardavo sempre lontano, alla ricerca di qualcuno. Scrivevo sui sassi dei messaggi nella speranza di essere trovata. Trovata da qualcuno. A volte mi sedevo alla finestra; mentre guardavo le bolle di sapone allontanarsi, speravo non scoppiassero subito in modo tale da raggiungere quel qualcuno. Mi piaceva pensare che ci fosse davvero qualcuno da qualche parte desideroso di incontrarmi e di conoscermi. Ci saremmo potuti vedere in una libreria o in un bar. In qualche stazione, al binario 2. Forse ci saremmo riconosciuti al primo sguardo. “Ciao, finalmente ti ho trovata e ora non voglio lasciarti andare via. Voglio parlarti, delle canzoni che passano alla radio, di tutti i film mediocri che ho visto al cinema, di quando sono stato ferito, di quando sono stato abbandonato. Sono stato male anch’io, lo sai? Non è stato facile rintracciarti, non è stato facile vivere senza conoscerti. Non avrei voluto lasciarti nella solitudine, sono stato anch’io molto solo. Ora conosciamoci; parliamo degli amori che sono stati, di quelli inesistenti, di tutte le parole sprecate e di quelle non ancora usate. Voglio chiacchierare con te finché non mi si seccherà la gola. E anche se dovessi sentirmi così stanco perché è stata una giornata difficile, rimarrei ancora un po’ con te, soffocando gli sbadigli. Perché ti ho lasciata sola, troppe volte. E tu non meriti i vuoti e i silenzi, tu meriti solo le cose belle della vita.” Se solo quel qualcuno fosse esistito… Pur non conoscendo il suo volto o il suo nome, l’avrei individuato perché non avrebbe guardato da un’altra parte. E quel qualcuno avrei tanto voluto che fossi tu.

E.F.