Solo Leveling 1 – Il mio commento

Solo Leveling è un manhwa scritto da Chugong e disegnato da Dubu. Il fumetto coreano è tratto da una web novel, scritta e illustrata dagli stessi artisti. In Italia è stato pubblicato da Star Comics.

Il “Gate”, un misterioso portale che collega il mondo umano a quello di terribili mostri, mette a rischio la vita degli esseri umani. Delle persone con particolari poteri, gli “hunter”, combattono per contrastarli. Sung Jinwoo è molto debole, senza particolari abilità, ed è schedato come hunter di “livello E”. Nonostante questo, cerca di fare del suo meglio per portare avanti il suo compito e pagare le spese mediche della madre… Ma un giorno, a seguito di un inspiegabile evento, Jinwoo comincia a sviluppare i suoi poteri… Che possa diventare un imbattibile hunter di “livello S”?

Jinwoo Sung è un Hunter di livello E. Non ha particolari abilità e rimane sempre ferito durante i raid.
È così scarso che viene soprannominato “l’arma più debole dell’umanità”. Ormai si è abituato a essere oggetto di scherno da parte dei colleghi.
A differenza degli altri, non può acquistare armi nuove con le ricompense ottenute: deve pagare le spese mediche alla madre malata e gli studi alla sorella. Per questo motivo, deve accontentarsi di combattere senza un equipaggiamento decente e di affidarsi alle cure degli Healer (i guaritori) che raidano con lui.
Malgrado la forza di Jinwoo sia limitata, non si arrende per il bene della sua famiglia.
Il ragazzo dall’aspetto gracile e dai modi goffi si dimostra più sagace degli altri Hunter, che puntano soltanto sui poteri che possiedono e sottovalutano le situazioni pericolose.

Joohee è una Healer di livello B. È l’unica a essere gentile e premurosa con lui.

Nel mondo creato da Chugong, i Gate sono dei portali che collegano il mondo degli esseri umani a un’altra dimensione.
La professione di Hunter consiste nel varcarli per eliminare i mostri all’interno dei Dungeon. Ognuno dei “risvegliati” ha ricevuto un potere che non può cambiare.
I portali si chiudono dopo un’ora dalla sconfitta delle malvagie creature per dare il tempo necessario agli Hunter di ritornare nel proprio mondo.

La trama di Solo Leveling non è troppo originale, ma si fa sempre più intrigante di pagina in pagina. La narrazione risulta molto scorrevole grazie alla presenza di dialoghi brevi e di numerose scene d’azione. L’ambientazione è suggestiva.
La grafica è spettacolare e rende l’opera più incisiva.

L’edizione italiana, curata da Star Comics, presenta una copertina regolare e una variant con degli effetti cold-foil ed embossed. Tutte le pagine sono a colori e il volume si legge all’occidentale.
Il rapporto qualità/prezzo è ottimo.

Consigliato soprattutto a chi ama il fantasy e i videogiochi.

(Fonte trama e immagine: Amazon)

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Recensione #60 – Piccoli gesti che fanno bello il mondo di Loll Kirby e Yas Imamura [review party + blogtour]

Piccoli gesti che fanno bello il mondo è un libro scritto da Loll Kirby e illustrato da Yas Imamura. In Italia è stato pubblicato da Deagostini.

A volte basta un piccolo gesto di gentilezza per cambiare la vita di chi ci sta accanto. Leggi le storie delle ragazze e dei ragazzi che si impegnano tutti i giorni per rendere il mondo un posto migliore…
Età di lettura: da 6 anni.

Piccoli gesti che fanno bello il mondo è un libro per bambini che raccoglie dodici iniziative di ragazzi e ragazze che hanno reso il nostro mondo più bello.

C’è chi ha ideato cani robot per assistere le persone non vedenti, chi ha fondato un programma di beneficenza per fornire acqua potabile, chi protegge i bambini che vivono in strada o chi offre cure mediche a persone ferite o malate.
Piccole azioni che servono ad aiutare chi è in difficoltà, chi fa parte di una minoranza etnica, chi si sente solo, chi ha problemi con la propria salute mentale.
Ogni persona ha diritto ad avere cure mediche, cibo, acqua potabile, a sviluppare i propri talenti e inseguire un sogno; tutti meritiamo di vivere un’esistenza degna di questo nome.
I protagonisti sono degli eroi, hanno un grandissimo cuore e tanta inventiva.

La parola d’ordine, che si percepisce tra le pagine di Piccoli gesti che fanno bello il mondo, è inclusione: nessuno deve sentirsi escluso, solo, abbandonato.
Questi giovani ci fanno capire che sarebbe bello vivere in un mondo più equo, dove la diversità andrebbe considerata come un arricchimento per l’anima e non come motivo di disprezzo e di odio.

Attraverso le loro imprese, anche il lettore più piccoli può riflettere e acquisire maggiore consapevolezza su temi importanti e attuali, come l’inclusione, la solitudine, la povertà, le difficoltà dei Paesi più poveri, la collaborazione.
Potrebbe addirittura desiderare dare una mano a sua volta.

Non ci vengono soltanto raccontate le dodici azioni, ci vengono fornite delle informazioni utili. Ad esempio, in Indonesia una persona su dieci non ha accesso all’acqua potabile in prossimità della propria abitazione.
Sono realtà che ci sembrano così distanti, eppure chiunque di noi potrebbe avere bisogno di un aiuto.

I piccoli gesti possono salvare la vita o almeno migliorarla. Spesso provengono proprio da persone che a loro volta sono state salvate e che conoscono bene le difficoltà.

Le storie vengono accompagnate dalle bellissime illustrazioni di Yas Imamura, arricchendo l’opera con un tocco di modernità e di minimalismo.

La prefazione è stata scritta da Michael Platt, promotore di un’equa distribuzione del cibo e fondatore di Michael’s Desserts.

Sono stati inseriti anche dei consigli semplici da attuare per rendere il mondo più bello.

In definitiva, Piccoli gesti che fanno bello il mondo è un libro facile da leggere e da capire per un bambino, toccante e motivazionale anche per un adulto. È impossibile smettere di pensare a questi piccoli grandi eroi.

Lo consiglio a tutti.

APPROFONDIMENTO

Kesz dalle Filippine
Protegge i bambini che vivono per strada tramite la sua organizzazione, Championing Community Children.

Kesz Valdez
Classe 1998.
È il primo sud-est asiatico a ricevere il Premio internazionale per la pace dei bambini e finora è il più giovane tra coloro che hanno ottenuto questo riconoscimento.
Nato nelle Filippine, all’età di due anni, Kesz veniva costretto dal padre a raccogliere la spazzatura per guadagnare denaro. A quattro, dopo essere scappato di casa, cercava di sopravvivere nella discarica.
Un giorno, Kesz cadde in un mucchio di immondizia in fiamme e rimase ferito in modo grave. Un assistente sociale lo aveva poi portato in ospedale. Da quel momento in poi, l’uomo aveva iniziato a prendersi cura di lui, gli aveva dato cibo e vestiti a sufficienza e gli aveva dato la possibilità di andare a scuola e sentirsi al sicuro.
In occasione del proprio compleanno, Kesz aveva richiesto delle ciabatte da donare ai bambini di strada. Da questo piccolo gesto è nata la Championing Community Children, fondata dallo stesso nel 2006.

Grazie a lui, migliaia di bambini di strada hanno ricevuto Gifts of Hope, una scatola contenente ciabatte, dentifricio e spazzolino, vestiti, dolci, giocattoli. Ogni anno, più di centocinquanta bambini di strada vengono informati su salute, igiene e alimentazione.

Il suo motto è: “Cambiamo il mondo, un cuore alla volta.

L’organizzazione si impegna a fornire informazioni utili sui diritti dei bambini, l’alimentazione e l’igiene per la sopravvivenza. I bambini di strada vivono nelle discariche a cielo aperto, sono affamati e non hanno accesso all’assistenza sanitaria. Sono vulnerabili a malattie e infezioni. Avendolo vissuto in prima persona, Kesz considera una priorità insegnare loro come mantenersi puliti, lavarsi i denti e pulire le ferite. Per ottenere dei risultati duraturi, i bimbi vengono addestrati a istruirsi a vicenda e la rete di insegnamenti si allarga.

KidsRights lavora con i bambini per creare un mondo in cui i loro diritti siano garantiti e in cui siano in grado di realizzare il loro grande potenziale. Aiuta Kesz nella sua lotta per i diritti dei bambini di strada sostenendo vari progetti nelle Filippine. Ha sostenuto la sua organizzazione C3 e altre due organizzazioni locali per fornire ai bambini di strada cure mediche, istruzione e protezione.
Uno dei progetti, in cui ai bambini viene fornita un’istruzione di base in modo che possano eventualmente iscriversi all’istruzione ufficiale, è stato ampliato dal governo e dall’UNESCO.


KidsRights e altre organizzazioni sono state coinvolte in una campagna per prevenire la violenza sui bambini (Global Partnership to End Violence Against Children) avviata dall’UNICEF e dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Kesz Valdez è fonte di ispirazione per tutti i bambini che sono costretti a vivere nelle discariche.

Fonte: kidsrights.org

Ringrazio Deagostini per avermi permesso di leggere il libro in anteprima.

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

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Recensione #53 – I Bicchierini e la Missione di Natale di E. J. Pitch

I Bicchierini e la Missione di Natale è un libro per bambini scritto e illustrato da E. J. Pitch.

È la notte di Natale e… Babbo Natale è in ritardo.
Spetta ai Bicchierini scoprire cosa è successo.
Ma riusciranno a fare in tempo?

Una simpatica storia per bambini dai 4 ai 9 anni.

I Bicchierini e la Missione di Natale racconta la storia di quattro bicchierini di carta, che hanno un’importante missione da compiere: salvare il Natale.

I protagonisti sono Capitan Bicchierino, Catapulta, Sbuffo e Sbriluccico.

Sono amici e fanno gioco di squadra, si completano. Sono gentili e amano il Natale; vorrebbero ricevere anche loro un regalo da Babbo Natale in persona e lo attendono trepidanti.

Capitan Bicchierino è un tipo impaziente, che vuole comandare sugli altri e che pretende di avere ragione. Gli piacerebbe avere una nuova macchina da caffè.
Sbriluccico ha gli occhi sbriluccicanti e sogna di essere una tazza. È allegro e adora il Natale più di tutti. Quando si mette a cantare qualche brano natalizio, risulta stonatissimo.
Catapulta, come suggerisce il nome, è il bicchierino che rotola sempre dappertutto. Si rende utile tappando le orecchie di Sbuffo, che non sopporta la voce di Sbriluccico.
Sbuffo è un po’ scontroso. Ha chiesto a Babbo Natale un cucchiaino d’argento in quanto quelli di plastica gli fanno il solletico.

I Bicchierini e la Missione di Natale è un libro per bambini illustrato che fa comprendere l’importanza del Natale, che porta con sé gioia e doni ai più piccoli. È un giorno molto importante per questi ultimi: se Babbo Natale non consegnasse i regali, la felicità svanirebbe.
La magia del 25 dicembre è unica, va protetta per il bene dei bimbi, che tutto l’anno sono costretti ad affrontare la vita, talvolta con difficoltà e pesantezza nel cuore. Lo sanno bene i protagonisti di questa storia.

L’autore affronta temi importanti, quali l’amicizia e la gentilezza che viene ricompensata. La bontà dei Bicchierini si percepisce senza però risultare stucchevole, pesante o forzata. Il messaggio arriva al lettore, che non può non emozionarsi e soprattutto affezionarsi ai personaggi principali.

In definitiva, I Bicchierini e la Missione di Natale è una favola moderna natalizia, originale e divertente. Nonostante l’opera sia breve, i personaggi sono caratterizzati bene. La trama è diversa dai soliti racconti natalizi. La storia è accompagnata dalle bellissime illustrazioni dell’autore.
Lo consiglio a chi cerca una lettura tenera, a chi ha perso fiducia nell’amicizia, a chi non riesce a sentire la magia del Natale, a chi vuole trascorrere qualche momento di spensieratezza e a tutti i genitori che non sanno quale storia leggere ai propri figli prima di andare a dormire.

Fatevi incantare dalla forza di volontà dei Bicchierini di carta!

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Recensione #52 – Rodrigo Gambarozza e Scricciolo il suo scudiero di Michael Ende e Wieland Freund (Review party)

Rodrigo Gambarozza e Scricciolo il suo scudiero è un libro per bambini scritto da Michael Ende e Wieland Freund. In Italia è stato pubblicato da De Agostini.

Prove di coraggio, avventure, tranelli: Michael Ende e Wieland Freund intrecciano le storie di due personaggi opposti regalandoci una nuova favola moderna. Si dice che Rodrigo Gambarozza sia il predone più pericoloso e spietato al mondo, e che nessuno abbia mai osato incrociare il suo cammino. Tutti lo temono e ne hanno paura. Tutti tranne Scricciolo, che ha un unico desiderio: diventare un grande scudiero al fianco del famigerato Rodrigo. Ma se il feroce brigante fosse… diverso da come si racconta? Se fosse timido, introverso, sensibile, e si fosse costruito la nomea di tiranno unicamente per tener lontano i petulanti seccatori? Un ragazzino testardo in braghe colorate sta per mettere a repentaglio la carriera di cattivo che il burbero fuorilegge si è faticosamente costruito. Riuscirà Rodrigo a sbarazzarsi di questo mocciosetto, che pende dalle sue labbra e vuole a ogni costo diventare il suo migliore amico, o dovrà arrendersi?

Scricciolo si presenta come un bambino che non conosce la paura perché ha ancora un’anima pura. È ingenuo, ma anche molto determinato.
Vive con i genitori (Papà e Mamma Dick) in un carro trainato da tre asini. La sua è una famiglia di marionettisti incapaci. L’unico con un po’ di buon senso sembra essere Socrate, un pappagallo che cerca sempre una soluzione nei libri.
È aperto alle novità, non come i Dick.
Il suo sogno è diventare lo scudiero di Rodrigo Gambarozza, il più temibile dei briganti.
Quello che il piccolo non sa è che in realtà Rodrigo ha sempre indossato una maschera: si è finto coraggioso e cattivo per nascondere le proprie paure e insicurezze e soprattutto per evitare gli altri. Si è inventato assurde storie sul proprio conto, migliori di quelle inscenate dai teatranti Dick, e ha creato finti resti dei finti nemici che non ha mai sconfitto davvero. Preferisce rimanere in casa, a coltivare patate e a prendersi cura dei cactus con amorevolezza. La corazza che si è costruito con una rete di bugie studiate a tavolino è più salda e invalicabile di un’armatura, ma rischia di essere scoperto proprio dal bambino.

Lungo il suo cammino Scricciolo incontra svariati personaggi, quali la principessa Filippa Annegunde Rosa, nipote del Re Killian l’Ultimo, il mago di corte Rabanus Rochus e il drago Wak.

La principessa Filippa Annegunde Rosa, detta Flip, è una bambina scaltra, coraggiosa e intelligente. Suo zio, il Re Killian, ha deciso di lasciarle in eredità il trono, nonostante sia una femmina e sia rara nel Medioevo una scelta simile.
Lei è una vera principessa anche se si cambia d’abito perché, a differenza di Scricciolo, Rodrigo e tutti gli altri, è ciò che vuole essere, senza vergognarsi e senza provare timore.
Quando sparisce nel nulla, il re si preoccupa e si incupisce ancora di più. L’uomo infatti soffre di malinconia, una malattia che durante il Medioevo non poteva essere curata grazie all’intervento di esperti nel settore (psicoterapeuti o psichiatri) e di farmaci. Il medicus di corte, Padrubel, gli “prescrive” terapie a base di cibi bianchi, bagni caldi e spettacoli divertenti. La depressione veniva considerata un “male nero”, proprio come i tempi bui in cui vivevano gli abitanti, privi di elettricità.
Al contrario, Rabanus Rochus vorrebbe che le condizioni di salute di Killian peggiorassero per prendere il suo posto. In tutti quegli anni si è servito di Wak per sembrare un vero mago. In cambio dei poteri magici, Rabanus gli ha promesso un tesoro sul quale potersi sedere.
Il drago ha sempre vissuto nell’ombra, è nero e ha paura dei fantasmi.

.Tanti sono gli imbroglioni in questa storia. Privi del coraggio di essere ciò che vorrebbero, vivono una vita a metà. Solo la principessa Flip può dirsi felice e soddisfatta della propria esistenza.

Scricciolo vive un’incredibile avventura che gli permette di conoscere la paura e di maturare, di essere più sveglio e sicuro di sé. Lui e Rodrigo si migliorano a vicenda; il loro incontro porta un beneficio a tutti quanti. Persino il pratico Socrate si mette in discussione.

Rodrigo Gambarozza e Scricciolo il suo scudiero è un romanzo di formazione, che racconta di timori, di prigioni, interiori ed esteriori, di coraggio, di amicizia e di lealtà.

Affronta con squisita delicatezza e con un pizzico di ironia temi importanti come l’accettazione delle emozioni umane, pure quelle negative come la paura, che in alcuni casi si rivelano addirittura preziose e la ricerca di una propria dimensione.

Ci fa capire che avere paura non è sbagliato, purché non diventi un’abitudine. Quando siamo spaventati, possiamo trovare un’inaspettata forza dentro di noi. Se non ci fosse la paura, non esisterebbe neppure il coraggio, una virtù molto importante che sta svanendo.

Tutti noi, grandi e piccini, dovremmo sempre essere onesti con noi stessi e con gli altri per essere felici e vivere la miglior esistenza possibile. Rifugiarsi in un castello fatto di menzogne non serve a nulla, non ci rende liberi di scoprire le bellezze del mondo.

La storia di Rodrigo Gambarozza e di Scricciolo insegna ai lettori i valori importanti della vita.

Ci sono anche delle sottotrame molto interessanti, che fanno comprendere l’importanza delle storie che vengono raccontate e tramandate nel corso degli anni.

Rodrigo Gambarozza e Scricciolo il suo scudiero è un libro per bambini divertente, profondo e scorrevole. La storia viene accompagnata da alcune illustrazioni in perfetto stile De Agostini. I personaggi sono caratterizzati bene.

Lo consiglio a chi ha smarrito la strada e non riesce più a trovare la luce in quel buio che spaventa un po’ tutti, a chi cerca una lettura avventurosa, tenera e con dei messaggi positivi e a chi ha bisogno di evadere dalla quotidianità.

Non potrete non amare il piccolo Scricciolo dal cuore d’oro, la vera natura di Rodrigo, il pappagallo Socrate e persino il drago Wak.

Nota: i primi tre capitoli del libro sono stati scritti da Michael Ende nei suoi ultimi anni di vita, per poi essere ripreso e ultimato da Wieland Freund. Il lettore non si accorge di questo “cambiamento”, lo stile rimane lineare e scorrevole. Mi chiedo come sarebbe stata la storia se fosse stata scritta solo da Ende, ma sono contenta che Freund l’abbia terminata per lui e ci abbia regalato un altro romanzo degno di nota.

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Ringrazio De Agostini per avermi fornito il cartaceo per la recensione e Debora di All In My World Debbyna per avermi inserita nel review party. .

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Recensione #49 – Cheshire Crossing di Andy Weir e di Sarah Andersen

Cheshire Crossing è una graphic novel scritta da Andy Weir e disegnata da Sarah Andersen. In Italia è stata pubblicata da Mondadori per la collana Oscar Ink.

Sono passati anni da quando Alice, Dorothy e Wendy hanno compiuto i loro favolosi viaggi nel Paese delle Meraviglie, a Oz e sull’Isola-che-non-c’è. Ora eccole qui, ormai adolescenti, a Cheshire Crossing: una scuola molto speciale dove impareranno a gestire le loro straordinarie esperienze e il loro dono di attraversare mondi magici.
Ma proprio non sanno starsene buone buone sedute al banco, e iniziano di nuovo ad attraversare le dimensioni, lasciandosi dietro una scia di caos completo. E se fosse solo un po’ di confusione il problema, poco male. Il fatto è che, senza volerlo, fanno incontrare la malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino, unito ora in una coppia davvero diabolica.
Per fermarli le tre ragazze dovranno fare ricorso a tutti i loro poteri e mettere insieme una squadra di improbabili alleati da tutto il multiverso!

Cheshire Crossing è un viaggio vertiginoso, divertentissimo e sconfinato attraverso i classici della letteratura e i loro mondi fantastici come non avete mai osato immaginarli.

1904
Alice, Wendy e Dorothy sono cresciute: non sono più le bambine che abbiamo imparato a conoscere, ora sono delle adolescenti sole e incomprese a causa dei loro poteri.
Vengono spedite a Cheshire Crossing, un istituto gestito dal dottor Ernest Rutherford. Le ragazze pensano di essere capitate nell’ennesima casa di cura, ma in realtà si tratta di una struttura attrezzata soltanto per loro tre. L’uomo infatti è l’unico a trattarle in modo normale e a credere all’esistenza dei mondi dove sono state, tanto da volerle analizzare da questo punto di vista. Le affida alle cure di una tata.
Alice non accetta di essere studiata e decide di fuggire a Oz con le scarpe di Dorothy. Questa sua decisione porterà le tre adolescenti a compiere un viaggio avventuroso ed emozionante attraverso i differenti mondi (Oz, il Paese delle Meraviglie e L’isola che non c’è) e ad affrontare nemici agguerriti con degli improbabili alleati.

Alice Liddell si presenta come una ragazza scontrosa, ribelle e snob. È arrabbiata con i propri genitori, che la ritengono pazza, e non sembra gradire la compagnia delle altre, sopratutto quella di Wendy. Proprio come le altre, è stata sballottata da un istituto all’altro a causa della psicosi dissociativa che le è stata diagnosticata.
Non vorrebbe tornare nel Paese delle Meraviglie, ne ha un brutto ricordo. (È troppo orrendo per non esistere.❞)
È l’unica che si oppone agli esperimenti di Ernest Rutherford, uno strano dottore che studia i poteri magici e gli altri universi, e che trova un modo di fuggire da Cheshire Crossing.
Nonostante i suoi modi bruschi, la sua aria da snob e i suoi moti di ribellione, è una ragazza d’onore e accorta.

Wendy Darling è la più estroversa e allegra del gruppo. Malgrado si comporti da maschiaccio, nasconde un lato romantico e protettivo. Prova qualcosa per Peter Pan, che però conserva quel lato innocente tipico dei bambini e che non si è mai interessato alle ragazze.

Dorothy Gale è la più riflessiva delle tre. È arrivata a Cheshire Crossing da Dallas e viene chiamata “americana” da Alice. La sua famiglia non è ricca e hanno deciso di spedirla nell’istituto di Rutherford per non dover pagare più le case di cura.

Non mancano i cattivi: la perfida, scaltra e manipolatrice Strega dell’Ovest si è alleata con Capitan Uncino, l’acerrimo nemico di Peter Pan.

Ma le ragazze non sono da sole in questa battaglia tra un mondo e l’altro! Possono contare sull’aiuto di Jack (Fante di Cuori), che ammira Alice per il coraggio dimostrato nell’insorgere contro la Regina, e gli altri disertori (Cinque e Tre, il Cappellaio Matto e lo Stregatto), Trilly, Peter Pan e persino la tata, che si rivela una strega potente.

A colpi di spada, magia e intelligenza, tutti i personaggi affrontano se stessi e gli altri.

Cheshire Crossing è la storia di un viaggio, ma è anche un racconto di amicizia, di forza interiore, di alleanze strategiche. È il crossover nel crossover.

Le protagoniste maturano e cambiano modo di relazionarsi con gli altri, soprattutto Alice. Capiscono che non possono fuggire dalla realtà, che tornano sempre alle origini per salvarsi, che devono convivere con i propri poteri.

La magia o la forza andrebbe utilizzata soltanto per scopi pacifici e positivi, proprio come ci insegna Jack. Quest’ultimo non è stato contaminato dalla cattiveria della Regina di Cuori.

Alice, Wendy e Dorothy sono forti e determinate, non sono le classiche adolescenti che si preoccupano soltanto della moda del momento o del ragazzo più figo della scuola. Si confrontano sui rispettivi mondi, si aiutano e si sentono capite e accettate per la prima volta da tanto tempo. Sono proprio i loro poteri a unirle.

Scegliere con chi unirsi è fondamentale. C’è chi preferisce stare dalla parte del Bene (essere ammirato, avere legami profondi, sinceri e duraturi, essere rispettato e felice) e chi dalla parte del Male (solo, disprezzato e temuto, pieno di risentimento e infelice).

Tutti abbiamo un potere, ma sta a noi decidere come sfruttarlo. Ognuno di noi ha un mondo di Oz o un’Isola che non c’è dentro dentro, solo che ce ne dimentichiamo quando diventiamo adulti.
Sarebbe bello conservare quella purezza tipica dell’infanzia, quell’aspetto un po’ fanciullesco della spensieratezza e della libertà, quella “magia” che non si può spiegare a parole, che si sente e che stringe il cuore, come capita al lettore quando legge di Peter Pan alle prese con i suoi primi tormenti o della corretta di Jack.

In questa graphic novel anche i personaggi secondari sono interessanti e profondi.

In definitiva, Cheshire Crossing è un crossover originale, divertente e commovente. Il personaggio che è stato caratterizzato meglio è Alice, che spicca sulle altre. È anche quella con un’evoluzione maggiore. I disegni, realizzati da Sarah Andersen, hanno uno stile minimale, rappresentativo delle graphic novel, e al contempo riconoscibile e gradevole. La prefazione preannuncia una storia interessante e spiega la scelta dell’autore di creare una fusione tra le tre opere letterarie e una collaborazione tra lui e la illustratrice designata.

Lo consiglio a chi cerca un’opera particolare o una versione alternativa dei mondi fantastici di Alice, Wendy e Dorothy.

⭐⭐⭐⭐/5

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Recensione #41 – A Stupid Game Called Love dei Junk Snakes

A Stupid Game Called Love è una canzone dei Junk Snakes.

È una ballata rock.

La canzone parla di un amore finito.


L’autore del brano ci porta nel proprio mondo interiore con tormentata passione per raccontarci (o per raccontare a se stesso) la fine della propria storia d’amore e i ricordi che lo tengono ancora legato all’amata. Rammenta tutto del giorno in cui si sono incontrati, dalla propria timidezza al fatto che lei non avesse paura di niente.
Si evince il desiderio del ragazzo di avere un’altra possibilità con lei, nonostante se ne sia andata senza spiegazione.

Quando un sentimento svanisce dal cuore di una persona, l’altra si interroga sui propri errori e si sente triste e frustrata. Eppure, quest’ultima vorrebbe soltanto avere ancora dei momenti con l’amata. L’unica cosa che resta quando tutto finisce è il ricordo, che dilania e al contempo fa sperare in un nuovo inizio con la propria metà, più consapevole e maturo.

Semplici parole ma dalla grande potenza; trafiggono l’anima dell’ascoltatore, che non ne resta indifferente come la sua amata, prova empatia nei confronti di questo giovane sognatore.

La prima cosa che colpisce l’ascoltatore è il timbro del cantante: è deciso e va in contrasto con la dolcezza delle parole che talvolta rivolge a lei. Questo è il punto forte della canzone: chi l’ascolta viene rapito dalla sua voce.
Il sound è buono e si adatta al testo.

In definitiva, A Stupid Game Called Love è un brano malinconico e romantico, non troppo stucchevole. È un pezzo che resta in testa facilmente grazie alla melodia da ballata rock e un testo semplice ma al contempo vero, sentito. Fa venire voglia di riascoltarlo.

Non si può dire che questa giovane band non sia promettente e che meriterebbe di essere ascoltata.

Lo consiglio a tutti, non soltanto agli amanti del genere: potreste fare un’inaspettata quanto piacevole scoperta!

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Puoi ascoltare questa canzone e molte altre con Amazon Music Unlimited. Iscriviti, il primo mese è gratuito!

(Fonte immagine: Amazon)

Ringrazio Sara Lettrice e Alessia Liberatori per l’aiuto con l’inglese.

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Recensione #40 – Brutti di Scott Westerfeld

Brutti è un romanzo di Scott Westerfeld. Si tratta del primo volume della trilogia Beauty. In Italia è stato pubblicato da Mondadori.

 

Tally è una ragazza normale. Ma essere normali, nel suo mondo, equivale a essere brutti. Brutti solo fino a sedici anni, fino a quando non si è sottoposti per legge a un’operazione di chirurgia estetica che rende bellissimi e uguali a tutti gli altri “perfetti”. Ecco perché Tally non vede l’ora di compiere sedici anni. Ma poco prima del giorno fatidico incontra Shay, che le fa scoprire il brivido dell’imprevisto e il fascino dell’imperfezione e la mette al corrente di un’inquietante versione dei fatti. Tally adesso non vede l’ora di conoscere la verità. E sarà più difficile e pericoloso di un’operazione…

 

Tally Youngblood ha quasi sedici anni e vive a Bruttopoli, una città moderna e tecnologica vicina all’Isola dei Neoperfetti.
Quando una persona compie dodici anni, viene spedita nel dormitorio insieme agli altri brutti, in attesa di essere sottoposti a un’operazione chirurgica in grado di trasformarli in perfetti.
Tally è ansiosa di operarsi e di raggiungere il suo amico Peris.
Una notte d’estate, qualche mese prima del suo sedicesimo compleanno, sgattaiola sull’isola e incontra ancora una volta l’amico di infanzia. Mentre fugge per non essere scoperta, si imbatte in Shay, una brutta che compie gli anni nello stesso periodo.
Le due instaurano un legame profondo: trascorrono il tempo a fare degli scherzi ai nuovi arrivati o a girare per la città con le librelle, tavole in grado di librarsi grazie alla presenza del ferro. La ragazza parla a Tally di un certo David, della possibilità di non operarsi e di scappare in un luogo chiamato Fumo
Arriva il giorno dell’operazione e Tally viene convocata da Circostanze Speciali, una categoria differente di Perfetti, che le affida una missione: la ragazza dovrà raggiungere Shay a Fumo e tradire la loro amicizia. Decide di accettare perché, al contrario dell’amica, non vuole rimanere brutta per sempre.
Quando arriva nella città dei fuggitivi, scopre una realtà diversa e soprattutto un’inquietante verità sui Perfetti…

 

Brutti è la storia di un’amicizia, di un amore che sboccia e di un’incredibile avventura alla ricerca della propria identità, del proprio posto nel mondo.

La protagonista di questo romanzo fantascientifico distopico è Tally Youngblood, una brutta che si accinge a essere operata per diventare perfetta.

Ha sempre vissuto nella bambagia e non conosce la vita al di fuori della città. Ciò che le interessa è smettere di essere brutta, ma non si rende conto che può essere bella anche senza l’operazione. È la società malata, costituita dagli Speciali,a farle credere di essere inadeguata perché il suo volto non è asimmetrico, a farle vedere quello che vuole che veda. Ci si convince di essere sbagliati e di stare meglio perdendo le proprie abilità, in modo tale da conformarsi e smettere così di soffrire.

Tutto quello che sa deriva dalle lezioni impartite dai perfetti. Non ha mai lavorato o vissuto a stretto contatto con la natura, che spesso può riservare delle inaspettate sorprese.

Per anni è stata affascinata e tentata dall’Isola dei Neoperfetti, per poi scoprire le cose davvero importanti della vita. E la bellezza esteriore, priva di imperfezioni, non lo è.

Sono Shay, David e gli altri abitanti di Fumo ad aprirle gli occhi. In particolare, si affeziona a David, un ragazzo che, pur non essendosi operato, risultata carismatico e bello con i propri difetti stampati in faccia. È lui che odia gli sprechi, che cerca di riutilizzare gli oggetti senza buttarli al primo utilizzo, come dovrebbe fare chiunque. Non perdono valore soltanto perché si rompono; al contrario, lo acquistano proprio perché hanno una storia da raccontare.

Nonostante a Fumo non ci sia la tecnologia, loro sanno cavarsela. La fatica del lavoro ricompensa Tally, che per la prima volta è felice e si sente apprezzata. A Fumo ognuno si rende utile per costruire una civiltà degna di questo nome.

A differenza dei Fumosi, i neoperfetti non hanno uno scopo nella vita, sono felici soltanto perché non sono consapevoli; sono solo automi, involucri vuoti con un futuro insignificante.

 

Brutti non racconta soltanto di una sorprendente avventura (o disavventura, se vogliamo essere precisi), ma affronta svariati temi quali l’amicizia, la fiducia, la lealtà, la condivisione, il bisogno di una sorta di felicità, reale o illusoria, l’amore e il rispetto per la natura, così perfetta da non avere la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico.

È una critica alla spasmodica ricerca della perfezione a discapito dell’individualità, estetica e non, all’avidità dell’uomo che ha distrutto tutto, al consumismo, agli sprechi e ai prodotti  usa e getta, al conformismo.

Fa riflettere sull’importanza dell’accettazione, sulla superficialità di una società in declino, che ha perso di vista i valori e ciò che rende speciale ognuno di noi o che dà tutto per scontato.

I lati positivi del libro sono proprio le situazioni che portano il lettore a pensare, a farsi delle domande sulla propria esistenza, ma anche le difficoltà che incontrerà Tally lungo il proprio cammino. Gli avvenimenti sono così avvincenti che sembra essere passato un secolo da uno all’altro.

Volente o nolente, si esce cambiati grazie a questa lettura.

Un altro punto a favore di Brutti sono le descrizioni: sono accurate, coinvolgenti e ben scritte, non risultano mai noiose o inutili. Forse solo in qualche punto sono ripetitive.

 

In definitiva, Brutti è un romanzo distopico con degli elementi fantascientifici, profondo e scorrevole. La trama è originale. La caratterizzazione dei personaggi non è sempre efficace, ma una buona dose di azione compensa alcune mancanze. Le descrizioni sono incantevoli, permettono al lettore di immergersi nell’atmosfera e di innamorarsi della natura. Il finale non è scontato e preannuncia un secondo volume altrettanto emozionante.

Lo consiglio soprattutto a chi cerca una lettura diversa, originale e capace di trasmettere emozioni contrastanti e insegnamenti che spesso dimentichiamo a causa della vita frenetica, a chi cerca un’opera difficile da dimenticare, che sia perfetta nella propria imperfezione, e a chi ama le avventure a metà tra la fantascienza post-apocalittica e la distopia.

 

E voi vi fareste operare per diventare perfetti o restereste brutti a vita? Se sapeste la verità, la vostra decisione resterebbe la stessa o cambierebbe? Scopritelo leggendo Brutti!

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Recensione #39 – Arianna, Teo e il MiLotauro di Kiara Maly

Arianna, Teo e il MiLotauro è una novella chick-lit scritta e pubblicata da Kiara Maly. È la prima della serie Amori Mitici, amori basati sulla mitologia e rivisitati in chiave moderna.

 

Per innamorarsi, a volte, sono sufficienti cinque secondi precisi… eppure, per realizzare di essere innamorati, e poi per dichiararlo, potrebbe non bastare una vita.
Arianna e Teo, neo-adulti per età, ma adolescenti nell’approccio ai sentimenti, si incontrano e si scontrano nella labirintica e fantasiosa ricostruzione del mitico Palazzo di Cnosso, a Creta. Il femminismo patinato di Arianna si lascerà ammaliare dal tanto ostentato quanto fragile maschilismo di Teo? L’attrazione iniziale tra i due dovrà superare diverse prove, non ultima la diffidenza reciproca, per maturare e trasformarsi in un sentimento vero e profondo. E dovranno fare i conti anche con un ingombrante terzo incomodo, il possente motociclista chiamato ‘Milotauro’.

 

Arianna Nosseri incontra Teo Segeo, un ex compagno di università del fratello, recatosi a casa Nosseri per aiutare il capofamiglia con la campagna elettorale per diventare l’amministratore di Creta.
I due si scontrano verbalmente e instaurano fin da subito un legame di odio-amore.
Il 
padre di Arianna è preoccupato per l’immagine che potrebbe dare la propria figlia agli elettori e spera che Teo possa “domarla”.
N
onostante la giovane abbia una relazione con Milo, detto MiLotauro, un motociclista dal fisico possente, inizia a provare un’attrazione per Teo. Quest’ultimo la ricambia e insieme decidono di intraprendere una storia con la data di scadenza… 

 

Arianna Nosseri ha ventiquattro anni e detesta gli uomini a causa del mito legato al nome che i genitori le hanno affibbiato: Arianna è stata la prima donna tradita e abbandonata dal proprio amato.
Vive con i genitori e i fratelli a Creta, in una riproduzione del Palazzo di Cnosso.
Ha
 i capelli dorati e gli occhi dello stesso colore del bronzo.
F
requenta Milo, denominato MiLotauro per la sua stazza, un campione di motocross dai capelli neri e il look spettinato. Lei riprende le gare clandestine del ragazzo e le carica sul loro canale YouTube, seguito da migliaia di persone.
H
a già avuto una delusione, che le impedisce di fidarsi degli uomini, in particolare di Teo: è stata lasciata dopo un mese da Achille, che si scopre omosessuale.


L’antico mito del labirinto rivivrà.
Ma non quello di Arianna, io non mi farò fregare da nessun uomo. Lo giuro.


I muri che ha issato durante gli anni cominciano a cedere con la vicinanza di Teo, che la vorrebbe tutta per sé.
Di rado i due giovani non riescono a comprendersi e a non punzecchiarsi, cedendo il posto a una complicità che fa bene a entrambi.


❝Le rare occasioni di complicità tra di noi (…) Sono benefiche e velenose allo stesso tempo. Sono spensieratezza, accompagnata dal terrore di perderla subito dopo.❞


Ed è proprio la paura di soffrire, di illudersi, di essere abbandonata che spinge Arianna ad allontanare Teo.

Il padre della protagonista femminile è Mercurio, un uomo originale, che si è candidato come amministratore di Creta con il partito civico Civiltà minoica.  È grazie alla campagna elettorale dell’uomo se Arianna conosce Teo: quest’ultimo è stato assunto in qualità di social media manager.
messaggi che il partito vorrebbe trasmettere sono serietà, affidabilità, coerenza, amor di patria e capacità imprenditoriale, tutte qualità che, almeno secondo Teo, Arianna non possiede. Il compito del giovane, quindi, non si limita alla pubblicità, ma deve anche approvare i post sui social di tutta la famiglia e controllare Arianna, considerata la pecora nera

Teo Segeo è un ex compagno di università di Andrea nonché suo amico. Si occupa di marketing e strategie di comunicazione innovative.
È alto, magro, ha i capelli lunghi fino alle spalle e gli occhi verdi.
All’inizio si pone in modo arrogante, attirando le antipatie di Arianna. Finge di essere spaccone per celare il timore di innamorarsi davvero. Non essendo mai stato innamorato, appare come un tipo poco serio, interessato soltanto a provarci con le belle ragazze.
Al contrario di Arianna, ama viaggiare e allontanarsi dal proprio nido. Il mare è il suo elemento.
S
i mostra geloso nei confronti della giovane, tanto da mettersi in competizione con Milo. 

Quando instaurano una tregua tra i caratteri battaglieri di entrambi, Arianna e Teo stanno bene. La ragazza sente il desiderio di piacergli a ogni costo, senza rendersi conto che lui ama le imperfezioni che la rendono perfette ai suoi occhi.

 

Arianna, Teo e il MiLotauro è una novella chick-lit moderna e fresca, dolce e al contempo piccante.

Il punto forte dell’opera sono i botta e risposta tra i due protagonisti. I dialoghi sono scritti bene, sono divertenti e funzionano.
Arianna e Teo hanno sempre voglia di punzecchiarsi, di prendersi in giro, dimostrando una forte attrazione reciproca, che cercano, invano, di scacciare e successivamente una grande intesa. Nonostante siano diversi sotto molti punti di vista, riescono a trovare un equilibrio e a completarsi.
Si
 dedicano piccole e costanti attenzioni, in un crescente dare e avere. Nessuno dei due prevale sull’altro, ma entrambi riescono a smussare il carattere spigoloso dell’altra persona. Tuttavia, i cambiamenti avvengono in modo spontaneo, senza essere dettato da alcuna imposizione. A Teo piace Arianna così com’è e viceversa.
Il loro è un legame che cura le ferite, che non pretende senza prima aver dato, che fa credere al “per sempre” o anche soltanto a una notte magica che dura in eterno.

Le scene di sesso non sono eccessive, sono eleganti, mai volgari. Vengono valorizzati i sentimenti, i pensieri e le emozioni dei protagonisti.

Nonostante sia un’opera breve, anche i personaggi secondari hanno abbastanza spazio e giocano un ruolo fondamentale nella storia d’amore tra Arianna e Teo.
P
ersonalmente avrei preferito che fosse più lunga, per poter conoscere meglio il loro passato e apprezzarli meglio.

 

In definitiva, Arianna, Teo e il MiLotauro è un’opera che fa battere il cuore, che strappa qualche risata, che fa spuntare un sorriso sul viso del lettore grazie alla tenerezza di Arianna e Teo.

Lo stile dell’autrice è ricercato, ma non risulta noioso. L’opera è originale, scorrevole, talvolta divertente e commovente. Le descrizioni non sono particolarmente significative, trattandosi di una novella. I dialoghi funzionano bene e i personaggi sono interessanti. Ho apprezzato anche i riferimenti al mito di Arianna, Teseo e il Minotauro.

Lo consiglio a chi cerca una lettura fresca e non troppo impegnativa, ma comunque emozionante e scritta bene, a chi ama la mitologia e a chi cerca una storia diversa dal solito.

 

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Recensione #38 – Notturni di Kazuo Ishiguro

Notturni è una romanzo scritto da Kazuo Ishiguro. In Italia è stato pubblicato da Einaudi.

 

Il «notturno» in musica è una composizione di carattere lirico e melodico, veicolo di atmosfere sognanti e sentimenti ambivalenti, e in senso ampio ispirata alla notte.
Nei cinque racconti di questa raccolta prevale l’ambientazione notturna delle scene cardine, la qualità onirica e comunque surreale delle vicende e soprattutto quell’alternanza di toni lievi e toni gravi che contraddistingue anche il genere musicale.
Una sinestesia quasi perfetta, dunque. Ma con un’importante eccezione: se il rigore della costruzione di Ishiguro assorbe e maschera pressoché del tutto le tempeste della vita, è nel rapporto dei protagonisti di Notturni con la musica che il disagio si rivela.
Cinque storie e un unico tema, quello che Ishiguro sa raccontare come nessun altro: il buffo spaesamento del vivere.

 

 

Notturni è una raccolta di racconti dalle tinte surreali e malinconiche.

Apre le danze Crooner, un racconto ambientato a Venezia.
Il chitarrista Janeck è solito esibirsi per i turisti che si fermano al bar e un giorno incontra il famoso cantante Tony Gardner, il mito della madre, e sua moglie, Lily. La coppia sembra amarsi ancora dopo tanti anni. Mr. Gardner chiede a Janeck di aiutarlo a organizzare una serenata alla moglie per un’occasione speciale...
Una ballata dal sapore agrodolce, dove l’amore è il suo fulcro, insieme alla musica, ai rimpianti e alla desolazione nel cuore. A volte i sentimenti non bastano e il sogno di vivere una “bella vita” è più forte di qualsiasi altra cosa. Crooner è il ritratto di una società alla costante ricerca del successo, del proprio posto, che non può accettare la “sconfitta” e la banalità della vita quotidiana. Le descrizioni di una Venezia notturna e inedita sono incantevoli e ricordano un quadro dai colori scuri.  

Come Rain or Come Shine racconta di Ray, un appassionato di musica che insegna in una scuola di lingue in Spagna.

L’uomo va a trovare Emily e Charlie, due amici dei tempi dell’università, rimasti in Inghilterra.

Viene coinvolto da Charlie in un bizzarro piano per salvare il suo matrimonio mentre è via.

Ray si sente a disagio nella casa della coppia, soprattutto perché pare che Emily non lo apprezzi più come prima: secondo lei non è riuscito a combinare nulla di buono nella vita.

Le cose iniziano a complicarsi e a peggiorare quando Ray trova il diario dell’amica e decide di leggerlo a sua insaputa…

Come Rain or Come Shine è un racconto surreale, al limite dell’assurdo e del tragicomico.

Il protagonista è considerato un perdente dagli stessi amici e lo utilizzano come capro espiatorio per non affrontare i propri problemi. Le considerazioni sulla vita inutile di Ray, un quarantasettenne che ha un lavoro modesto e non si è ancora sposato, non sono altro che un riflesso della frustrazione della coppia. Confrontare gli insuccessi dell’uomo con le qualità del marito potrebbero servire a Emily a ritrovare la stima nei confronti di quest’ultimo. Un’amicizia che è andata a sbiadirsi con gli anni, proprio come l’insegna di un locale abbandonato a se stesso. Il finale lascia aperto un piccolo spiraglio, un’occasione per riflettere e abbandonare i propri fantasmi.

Il protagista di Malvern Hills, il terzo racconto dell’antologia, è un chitarrista squattrinato e pieno di speranze. Lascia Londra per tornare a Malvern Hills e trascorrere l’estate dalla sorella Maggie, che gestisce un caffè assieme al marito Geoff.

Nella sua zona natia si respira un’aria differente, meno caotica e più suggestiva. È una continua fonte d’ispirazione per il musicista, che preferisce passeggiare per le colline al posto di aiutare la coppia nel locale.

Un giorno si imbatte in Meg Fraser, un’insegnante che lo aveva preso in antipatia e che gestisce un hotel. Quando conosce Tilo e Sonja, due turisti svizzeri, decide di consigliare loro l’hotel della donna. Una scelta che cambierà le sorti di tutti…

In questo racconto si percepisce l’amore per la musica e il desiderio di una rivincita. Il protagonista cerca di farsi notare in una città piena di musicisti e band come Londra. Gli innumerevoli rifiuti non gli impediscono di continuare a comporre musica. Ma è l’incontro con una coppia appassionata di musica a dargli la carica, una coppia in apparenza spensierata. Le colline di Malvern Hills sono d’ispirazione, al contrario di Londra, che gli ha portato soltanto tante frustrazioni. Le descrizioni del posto sono suggestive, come il quadro di un pittore abile e attento ai piccoli dettagli.

In Notturno il protagonista è Steve, un sassofonista di talento, che non riesce a emergere. Pare che il problema sia il suo aspetto sgradevole. Viene convinto a farsi ricoverare in una clinica specializzata in chirurgia estetica. Gli altri pensano che con una faccia diversa potrebbe ottenere il successo che merita.

È costretto a soggiornare in un hotel prestigioso e riservato ai pazienti in convalescenza. Nella stanza accanto si trova Lindy Gardner, che reputa antipatica e snob. Tra i due nasce una strana complicità che potrebbe cambiare la vita di entrambi…

Notturno ci insegna a non giudicare qualcuno dall’apparenza, a non venderci per un successo effimero, che spesso viene ottenuto da chi non lo merita. Lindy riesce ad apprezzare Steve per il suo talento, non potendolo vedere in faccia. I contorni di una strana amicizia, quasi surreale, possono prendere forma soltanto in una condizione dove l’esteriorità non conta, non influenza l’andamento delle cose e l’essenziale viene messo in risalto. Tutti dovrebbero farne tesoro nella vita di tutti i giorni.

Chiude la raccolta Violoncellisti, il racconto dell’incontro tra Tibor, un promettente violoncellista ungherese, ed Eloise McCormack, un’americana che si ritiene una virtuosa.

La donna aiuta Tibor a migliorare attraverso l’ascolto e i consigli: lei infatti non suona mai e il suo comportamento insospettisce il giovane musicista…

È l’unica storia che non viene raccontata dal punto di vista del protagonista.

Violoncellisti è un altro racconto dalle tinte agrodolci. Fa riflettere il lettore sulle proprie capacità e sulle percezioni che gli altri hanno di lui. Non dovrebbe peccare di umiltà, sentirsi un “genio”. L’illusione crea una delusione troppo grande, che potrebbe portare alla rinuncia di un sogno. Anche stavolta l’autore riprende il tema della ricerca di un successo effimero, che crea soltanto frustrazione.

 

Il filo conduttore di questa particolare antologia è l’amore per la musica, presente in ogni pagina. Per qualcuno è una ragione di vita, per altri una rivincita, per altri ancora l’unico pregio.

I personaggi, tutti maschili, non sono soddisfatti; collezionano fallimenti, come fossero CD. Anche i legami che creano sono note stonate di una melodia perfetta: trasmettono al lettore un senso di incompletezza, di inconsistenza. Gli amori sono in bilico, si spezzano dopo un concerto improvvisato o una piccola vendetta, le amicizie sono rattoppate.

È un’orchestra di emozioni, che oscilla tra il reale e il paradossale, tra il comico e il malinconico.

Tanti sono i dubbi che accompagnano i personaggi in un viaggio mistico tra ballate romantiche, luci nella notte e colline sconfinate. A volte ci si deve arrendere, accettare la realtà per quella che è, con le proprie ingiustizie e le proprie contraddizioni.

Non ci sono riferimenti al Giappone o termini giapponesi, essendo l’autore naturalizzato inglese. Il suo umorismo ricorda proprio quello tipico dell’Inghilterra.

 

In definitiva, Notturni è un’opera insolita e piena di riferimenti alla musica, alla solitudine, alla speranza. Lo stile è asciutto. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene. Le descrizioni dei paesaggi sono scritte bene e impreziosiscono i racconti. La trama è originale ed è il punto forte del libro.

Il racconto che mi è piaciuto di più è il secondo, Come Rain or Come Shine, seguito dal quarto, Notturno, e dal terzo Malvern Hills. 

Lo consiglio a chi è appassionato di musica e a chi cerca una lettura particolare, capace di strappare qualche sorriso, di far pensare e di lasciare l’amaro in bocca.

 

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Recensione #37 – Piccola Imperfetta di Daniele Murgia

Piccola Imperfetta è un romanzo scritto da Daniele Murgia. È stato pubblicato da Dialoghi per la collana Sogni.

 

Nel mistico borgo di Logora, la vita non è facile per la quindicenne Sarah: in paese sono tutti spaventati da lei, in famiglia nessuno vuole che usi gli strani poteri con cui è nata. Ma Sarah è una giovane decisa a essere padrona del proprio destino, per lei la fuga è l’unica strada verso la liberazione. Inizia così il viaggio della piccola Imperfetta, alla scoperta di se stessa e dell’origine della propria magia. L’incontro con i membri della Kleg e quello con il giovane Allen porteranno Sarah in un dedalo di intrighi, dove nessuno è quello che sembra davvero e ognuno ha una buona ragione per mentire.

 

Sarah ha quindici anni e vive con la sua famiglia a Logora, un borgo di passaggio per i commercianti. La sua è la casa più maestosa e i suoi genitori sono molto ricchi.

La ragazza è l’unica ad avere gli occhi verdi a Logora, un particolare che denota dei poteri magici che nessun altro possiede. Le viene vietato di usarli: quando le capita di compiere una magia senza il proprio volere, viene sgridata dalla madre, la signora Rhonda, o dal maestro e tormentata da un compagno di classe.

Gli abitanti del borgo non accetta Sarah proprio a causa della propria natura.

Un giorno, stanca dell’asprezza dei genitori, decide di scappare di casa e si imbatte in August, uno strano tipo che ha la capacità di trasformarsi in ciò che preferisce. La ragazza si sente accolta e accettata da un uomo che ha un potere come lei. L’uomo la conduce da Mador e Aveline, altri due membri della Kleg.

Sarah scopre che può controllare gli elementi e migliorare il proprio potere attraverso un duro allenamento, utilizzando anche delle arme.

Nel frattempo, le persone a Logora sono preoccupate per la scomparsa della ragazza. Il più triste sembra essere Eric, il fratello minore, che propone ai genitori di chiedere aiuto ad Allen per ritrovare la sorella…

 

 

La protagonista è Sarah, una quindicenne con un potere magico che non sa ancora controllare. La ragazza è sola e infelice: i genitori, soprattutto la madre, la riprendono in continuazione e non si sente voluta e amata. Non ha amici e il fratellino, Eric, è l’unico che si interessa alla sorella, nonostante spesso faccia la spia. Tiene sempre la testa bassa per non incrociare lo sguardo degli abitanti, che non fanno altro che bisbigliare e indicarla quando passa per la strada. È una ragazza curiosa (ogni volta che apre una nuova bottega, ci entra per dare un’occhiata), ma non ama seguire le lezioni.

La madre di Sarah, la signora Rhonda, è molto severa e non tollera un certo stile di vita. Vorrebbe che i figli studiassero e non perdessero tempo con chiacchiere inutili. Inoltre, non accetta gli occhi verdi della figlia. Il marito tende a essere più taciturno, conservando il lato arcigno che contraddistingue la coppia.

August, detto Aug, è il primo componente della Klegohr (abbreviato in Kleg), un’organizzazione misteriosa, che la quindicenne incontra. L’uomo dai capelli arancioni ha la capacità di trasformarsi in qualunque cosa. Comunica con Aveline e Mador attraverso il pensiero.

Aveline, soprannominata Ave, è alta, ha i capelli neri e gli occhi dello stesso colore. Il suo potere è quello di sapere in anticipo i pensieri delle altre persone. Ha avuto una storia con Mad.

Mador, detto Mad, è in grado di vedere a distanza le persone e cosa stanno facendo. Ci riesce soltanto se conosce il loro nome e se le ha viste almeno una volta. Durante il sonno è più facile controllare i pensieri degli altri.

I poteri che hanno il trio e Sarah sono presenti fin dalla nascita, ma si manifestano intorno ai quindici anni. Ognuno ha il proprio e ogni quindici anni ricompaiono quattro persone con i suddetti poteri.

La ragazza inizia a fidarsi della Kleg perché, proprio come lei, non sono stati accettati.

Il potere di Sarah è il più importante e forte ovvero quello di controllare gli elementi.

 

Piccola Imperfetta è un romanzo fantasy e di crescita personale.

Inizialmente Sarah si sente sola e incompresa, come se la propria natura fosse sbagliata, come se fosse una condanna. L’incontro con August, Aveline e Mador e quello con Allen le sono serviti per maturare, per conoscere meglio le proprie capacità e di sfruttarle per fare del bene. Il lettore non può sapere come si comporterà in futuro la ragazza, ma è certo di una cosa: non fuggirà più da se stessa e dalla diffidenza degli altri.

C’è una velata critica alla società che non accetta la diversità (in questo caso rappresentata dagli occhi verdi di Sarah e degli altri), che la isola, facendola sentire sbagliata, pure quando non fa niente di male. Non sono soltanto gli abitanti di Logora, genitori compresi, ad accettare Sarah, è lei stessa a non volersi bene e a lottare per la propria indipendenza. Ciò avviene quando si ricevono soltanto critiche e nessuna parola carina.

L’improvvisa scomparsa di Sarah fa comprendere la vera natura dell’essere umano e al contempo lo aiuta a migliorarsi, a capire i propri errori.

Non tutti i mali vengono per nuocere: se la ragazza non fosse stata trattata male, non sarebbe maturata, proprio come la madre non si sarebbe dimostrata preoccupata per le sorti della figlia.

 

In definitiva, Piccola Imperfetta è una storia magica che fa riflettere. I personaggi sono interessanti, nonostante la loro caratterizzazione non sia perfetta e del tutto approfondita. L’inizio è lento e un po’ ripetitivo, l’autore avrebbe dovuto renderlo più incisivo. Il romanzo inizia a ingranare con l’addestramento di Sarah, fino ad arrivare a un finale che avrebbe meritato qualche pagina in più. Ha un grande potenziale, ma a mio avviso alcune cose andrebbero riviste.

Lo consiglio a tutti gli appassionati del genere fantasy, a chi cerca un romanzo avventuroso e con un insegnamento e ai lettori più giovani per conoscere nuovi universi con poteri magici.

 

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