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1.  Il primo manga che hai letto?

Ufo Baby

Dopo che i loro rispettivi genitori li hanno lasciati da soli, Miyu e Kanata sono costretti a vivere insieme e a occuparsi di un neonato alieno di nome Lou e il suo “baby sitter” alieno Baumiao, un animale parlante a metà tra il cane e il gatto. La convivenza forzata risulterà più complicata del previsto: dovranno tenere nascosta l’identità di Lou ed evitare che combini guai a causa dei suoi poteri paranormali…

Mi ricordo di averlo letto in un pomeriggio (tre ore circa) e di non aver staccato gli occhi dalle pagine. Ufo Baby è una lettura leggera, divertente e tenera. Pur non rammentando ogni avventura di questo manga, mi sento comunque di consigliarlo a chi cerca qualcosa di non troppo impegnativo, di dolce e di magico.

2. L’ultimo manga che hai letto?

Mairunovich

Mairu Kinoshita è una ragazza che trascura il suo aspetto esteriore e che è insicura. A scuola tutti la evitano e la soprannominano “fungo velenoso”, mentre a casa viene maltrattata dal fratello maggiore. A causa di un brutto scherzo organizzato da un compagno di scuola e grazie alle parole di Tenyu Kumada, il ragazzo più popolare, la giovane prende coscienza del suo problema e decide di voler cambiare. Chiede a Fuwari, la sua vicina di casa trans, di aiutarla a migliorare la sua immagine. Una volta diventata una bella ragazza, Mairu ha intenzione di trovare l’amore…

Mairunovich narra della trasformazione, esteriore e interiore, di un’adolescente solitaria e ignorata da tutti. L’evoluzione del suo personaggio è evidente ed è il fulcro di questa bellissima e toccante serie. In Mairu possiamo apprezzare l’impegno e la determinazione, la sua ricerca del “vero amore” – dapprima disperata e immatura – e la sua bontà. La giovane scopre tutte le gioie e le sofferenze dell’amore, senza mai smettere di cercare il suo uomo ideale.  Lasciatevi travolgere da una storia tenera ed emozionante, fatta di colpi di scene, tradimenti, delusioni e molto altro ancora!

3. Il tuo manga preferito?

Non ne ho uno preferito. Mi piacciono tantissimo Tokyo Ghoul, qualsiasi manga dei Pokèmon, Your Name,  A Silent Voice e I bambini che inseguono le stelle.

4. Un manga che vorresti rileggere?

Densha Otoko

Un giovane otaku che sta viaggiando in treno per tornare a casa salva una bella ragazza da un uomo ubriaco. Lei gli chiede l’indirizzo per potergli recapitare un regalo. Qualche giorno dopo il ragazzo riceve delle tazzine Hermes e un biglietto di ringraziamento da parte della ragazza che aveva salvato. Essendo inesperto con le donne, decide di chiedere aiuto su internet. Le persone iniziano a dargli consigli per rinnovare il suo look o su come comportarsi con “Hermes”, la misteriosa ragazza. Con il tempo la comunità si anima e tutti vogliono conoscere le avventure del nostro eroe, tanto da affezionarsi a lui e da seguirlo come si farebbe con un personaggio famoso sui social…

Densha Otoko è una miniserie di tre volumi, dolce e coinvolgente. Pur non essendo un’opera molto conosciuta, merita di essere letta. Mi è entrata nel cuore proprio per il protagonista, timido e imbranato, che viene aiutato e sostenuto da sconosciuti e che riesce a trovare il coraggio di mettersi in gioco per conquistare la sua amata.

5. Un volume unico che consiglieresti?

Shino non sa dire il suo nome

Shino ha un problema: non riesce a pronunciare il suo nome. Quando il primo giorno di scuola deve presentarsi davanti ai suoi compagni di classe, si esprime in modo goffo e scatena l’ilarità generale. La sua vita da liceale non è semplice; si ritrova da sola, incapace di interagire con i suoi coetanei.
Successivamente si imbatte in Kayo, una sua compagna che ha una “mancanza” come lei…

Shino non sa dire il suo nome è un volume unico toccante e profondo, che affronta le difficoltà e le paure nella delicata fase dell’adolescenza. Se vi è piaciuto A Silent Voice, non può mancare nella vostra libreria!

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6. Un manga poco conosciuto che consiglieresti?

Elisa In Ghostland

Elisa ha 16 anni ed è molto ricca. Suo padre le cede la proprietà del parco di divertimenti a tema fantasmi “Ghostland”. La ragazza però nutre odio verso questo parco e odia tutto ciò che non è nuovo. Infatti, la sua idea è quella di distruggere Ghostland e costruire un grandissimo centro commerciale, con una sala dove organizzare sfilate con vestiti e modelli sempre diversi. Una notte, Elisa, con una trappola, viene a conoscenza del fatto che tutti i manichini del parco hanno iniziato ad animarsi, a parlare e muoversi – possono farlo soltanto di notte. Tra questi, c’è anche il bellissimo e pauroso vampiro Luke, il capo dei manichini. Lui chiede ad Elisa di non distruggere Ghostland perché vuole vedere i clienti divertirsi ancora. Decide così di portare la ragazza sulle giostre per farle cambiare idea. Cosa deciderà di fare Elisa? 

A me è piaciuto molto. I disegni sono carini e la storia molto tenera. Non è un capolavoro, solo una lettura leggera e dolce. 

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7. Un manga che vorresti uscisse in Italia?

Amagi Brilliant Park

Il liceale Seiya Kanie si imbatte in Isuzu Sento, una nuova studentessa della sua scuola. Quest’ultima lo costringe a recarsi insieme all’Amagi Brillinat Park, un parco a tema della periferia di Tokyo che versa in condizioni critiche. Il suo obiettivo principale è quello di raggiungere le 500.000 visite entro la fine del luglio successivo per non essere chiuso e venduto. Seiya visita il luna park e conosce la sua titolare, una principessa di nome Latifa, che vorrebbe affidargliene la gestione. Il ragazzo rifiuta l’incarico, ma lo stravagante staff del parco riesce a coinvolgerlo nella disperata nonché impossibile impresa di salvare l’Amaburi… 

L’anime è molto bello e vorrei tanto che il manga e la light novel arrivassero anche in Italia. 

8. Un manga che attendi con ansia di acquistare?

Totsukuni no Shoujo (The Girl From the Other Side: Siúil a Rún)

The Girl From the Other Side è la storia del legame tra Shiva, una bambina sana del mondo interno e il suo “Maestro”, un uomo proveniente dall’esterno e maledetto che si prende cura di lei. Quest’ultimo assomiglia a un Wendigo e non può sfiorare la bambina senza infettarla. I due vivono in un villaggio abbandonato a causa della maledizione, ma il loro rapporto sta per essere minacciato…

Ho letto i primi volumi in inglese e ho sperato che venisse pubblicato anche in Italia. La storia è interessante: un legame puro tra due persone differenti, unite da un sincero affetto e da una profonda fiducia, che deve scontrarsi con i pregiudizi, l’ignoranza e la paura. Tutto ciò che è diverso va allontanato al posto di essere capito e amato. Il mistero legato alla maledizione e ai due “mondi” mi incuriosisce. I disegni sono superbi e ricordano una fiaba o un racconto popolare. 

9. Un manga che hai letto in inglese e che ti è piaciuto?

Watashitachi no Shiawase na Jikan (Our Happy Hours)

Juri è una pianista che è stata violentata dal suo insegnante e che ha tentato più volte di suicidarsi. Non avendo un buon rapporto con la madre e avendo perso il padre, viene aiutata da sua zia, Suor Monica. Quest’ultima le fa conoscere Yuu, un assassino. I due iniziano a scambiarsi delle lettere e a stringere un legame, accumulati dal dolore e dal peso di una vita troppo ingiusta. Riuscirà Juri ad apprezzarla e andare avanti grazie al giovane?

Una storia dal sapore agrodolce, commovente e dura, che affronta temi drammatici quali il suicidio, la violenza sessuale, la perdita e la sfiducia nel genere umano. Per riuscire ad andare avanti, bisogna desiderare di vivere. Vivere per amore. 

10. Un manga che hai prestato a qualcuno?

Il primo volume di Maison Reiroukan.

 

✒ Avete delle curiosità? Potete chiedermele nei commenti e io vi risponderò in un prossimo manga tag.

 

☆ Il manga tag l’ho inventato io. Potete rispondere alle domande sul vostro blog, purché citiate il mio. Se avete intenzione di acquistare i manga da me citati, utilizzate i miei link Amazon. Grazie!

Recensione #7 – Shino non sa dire il suo nome

Shino non sa dire il suo nome è un manga scritto e disegnato da Shuzo Oshimi, autore di una serie chiamata I Fiori del Male (Aku no Hana). In Italia è stato pubblicato da Planet Manga, come altre sue opere.

 

Shino ha un problema: non riesce a pronunciare il suo nome. Quando il primo giorno di scuola deve presentarsi davanti ai suoi compagni di classe, si esprime in modo goffo e scatena l’ilarità generale. La sua vita da liceale non è semplice; si ritrova da sola, incapace di interagire con i suoi coetanei.
Successivamente si imbatte in Kayo, una sua compagna che ha una “mancanza” come lei…

 

Shino non sa dire il suo nome è un volume unico toccante e profondo, che affronta le difficoltà e le paure nella delicata fase dell’adolescenza.
L’autore ha la capacità di trasmettere i sentimenti dei personaggi attraverso le loro espressioni facciali (ansia, rabbia, tristezza, etc.), disegnate con una grandissima precisione e cura nei dettagli. Questo rende la sua opera realistica ed emozionante.
Il tema della balbuzie non viene affrontato in modo troppo specifico: quello di Shino sembra un problema legato alla tensione e alla paura tipiche degli adolescenti e non un vero e proprio disturbo del linguaggio. In questo modo molte persone possono rispecchiarsi nella protagonista, possono capirla e la sua storia può arrivare più facilmente a tutti i lettori. Chi non è stato un po’ timido quando era ragazzino? Chi non ha avuto difficoltà a socializzare con i compagni di classe o a parlare davanti a un pubblico?

Shino ha un disagio che le impedisce di stringere legami con i suoi coetanei. All’inizio appare molto insicura. Passa il tempo da sola, mangia il pranzo da sola, parla da sola perché non ha amici. Ha trovato un posto dove nascondersi e fingere di avere una normale conversazione con gli altri. La svolta avviene quando conosce Kayo, una sua compagna apparentemente forte. Ma anche lei ha le sue insicurezze, i suoi timori. È decisa a formare una band insieme a Shino, le Shinokajo, per esibirsi all’imminente Festival scolastico autunnale. Standole accanto, la protagonista impara ad aprirsi e a esprimersi meglio. È proprio rilassandosi che riesce a non inciampare nelle parole, a non cercare una scappatoia (per esempio, scegliere vocaboli più semplici da pronunciare).
Non mancano le incomprensioni dettate dalla paura del giudizio altrui o dalle difficoltà di comunicare (“Se non me lo dici, io come faccio a capirlo?!”) A volte si preferisce scappare piuttosto che affrontare i propri demoni. Ma non si può fuggire per sempre.

Shino non sa dire il suo nome è la storia di una dolce e complicata amicizia, di un legame che permette alla protagonista di comprendere i suoi errori, di trovare se stessa e di rinascere. È un’opera che si legge velocemente, che scalda il cuore e che rimane impressa.
Unico difetto: è troppo breve. Non c’è abbastanza spazio per la caratterizzazione dei personaggi, per flashback e per ulteriori approfondimenti. Una storia tanto bella meriterebbe qualche volume in più.

Interessante anche la postfazione: l’autore racconta delle sue difficoltà nel linguaggio ai tempi delle scuole medie e di come la balbuzie lo ha reso più riflessivo. Due pagine che meritano di essere lette e che fanno emozionare.

 

Lo consiglio a chi cerca un manga originale, commovente, non troppo pesante o eccessivamente triste, con un bel finale e riflessioni profonde. Il prezzo del volume è un po’ alto (6,50 euro), ma sono soldi ben spesi. Se vi è piaciuto A Silent Voice, non potete perdervi la storia di Shino!

 

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Recensione #6 – A Silent Voice

A Silent Voice (Koe no katachi in giapponeseè un manga scritto e disegnato da Yoshitoki Oima. In Italia è stato pubblicato da Star Comics. Un film d’animazione basato su questa serie è uscito nelle sale cinematografiche giapponesi nel 2016.

Shoya Ishida ha 17 anni ed è un liceale solitario. Prima di togliersi la vita, il ragazzo decide di incontrare Shoko Nishimiya, una sua compagna di classe in sesta elementare, con l’intenzione di scusarsi per averla presa di mira a causa della sua disabilità – Shoko è sorda dalla nascita. Per poterle parlare, Shoya ha persino imparato la lingua dei segni. Quando la rivede, il ragazzo le chiede di diventare amici. Ishida è determinato ad avvicinarsi a lei e a rimediare agli errori commessi in passato, ma la strada per poter stringere un legame d’amicizia con Nishimiya è piena di ostacoli e ricordi dolorosi…

A Silent Voice affronta, in modo profondo e toccante, temi quali il bullismo, la disabilità fisica, l’incomunicabilità tra le persone, l’amicizia, la crescita personale. Pur essendo un manga con ambientazione scolastica e protagonisti adolescenti, risulta più maturo e presenta tematiche più serie: infatti rientra nella categoria seinen, termine giapponese che indica tutte quelle opere che hanno come target giovani adulti e che significa letteralmente “giovane”.

È una storia d’amicizia e di sentimenti, che fa riflettere sul tempo perduto e sui momenti felici andati (“Quella volta, in sesta elementare, quanto sarebbe stato bello se entrambi avessimo potuto sentirci?” sono le parole che usa Shoya quando rincontra Shoko) e sulla difficoltà o paura di esprimere apertamente i propri sentimenti. Pur essendo diretto e sincero, lo Shoya Ishida delle elementari è troppo immaturo per interagire con la compagna nel modo corretto. Spesso gli adulti tendono a peggiorare la situazione: troviamo quindi un insegnante poco empatico e umano, che ride dei dispetti e delle prese in giro di un ragazzino, e una madre troppo severa nei confronti di una figlia disabile, pur facendolo per il suo bene. Quando Shoya viene messo alle strette, inizia a pagare le conseguenze per le sue azioni di bullismo nei confronti di Nishimiya: i suoi vecchi amici e gli altri suoi compagni di classe lo trattano come spazzatura, facendogli dispetti e insultandolo, ritrovandosi così da solo. Soltanto la ragazzina cerca di aiutarlo e di diventare sua amica, ma lui la rifiuta. Nel momento in cui i due ragazzini si azzuffano, Nishimiya si trasferisce e Ishida si rende conto che lei gli aveva pulito il banco pieno di insulti da parte di tutta la classe. I suoi amici e complici sono diventati presto i suoi carnefici, mostrandosi più meschini del bullo stesso. Per tutti gli anni delle medie e per due anni delle superiori Shoya non lega con gli altri compagni, anche a causa del passato e di quegli amici che gli avevano voltato le spalle, svelando a tutti le sue malefatte. Se il ragazzino si fosse sforzato a comunicare con la compagna in modo differente, come sarebbero andate le cose? Non possiamo saperlo, ma possiamo essere persone migliori, più comprensive e attente. Tutti noi dovremmo essere più sinceri, sempre nel rispetto degli altri.

A Silent Voice è anche la storia del cambiamento di Shoya, il protagonista maschile; non è più lo stesso ragazzino immaturo del passato: prima non riusciva a capire Nishimiya e a comunicare con lei, reputandola strana; adesso, invece, è intenzionato a comprendere la sua voce e a restituirle la felicità che le aveva sottratto alle elementari. Ripensa spesso ai suoi errori, è pentito e mette al primo posto la ragazza, anche a costo di soffrire e ritrovarsi di nuovo da solo.
Non è il classico protagonista maschile, bello, sicuro di sé e popolare; non è l’eroe che salva la ragazza apparentemente bruttina e “sfigata”. Shoya Ishida odia se stesso, è imbranato e pure un po’ tonto. È realistico: ha sbagliato, è umano, e cerca di rimediare. E a me piace proprio per questo!
La ragazza, dal canto suo, si sente responsabile per quanto accaducato a Ishida e si tormentata. Nel suo piccolo cerca di migliorare e di dichiararsi al ragazzo a voce(pronunciando male la parola “suki”, che significa “mi piaci” in giapponese, Shoya fraintende e pensa alla luna, che invece si dice “tsuki”).
La bontà d’animo di questa ragazza è straziante; il suo dolore ti distrugge. Ci vorrebbero più persone tenere e altruiste come lei.

I sensi di colpa che divorano i protagonisti li costringono a fare i conti con i fantasmi del passato, con i loro sbagli, e ad affrontarli, a confrontarsi, a essere più onesti e a cercare di cambiare per ottenere la felicità che meritano.
A Silent Voice non è soltanto una storia sul perdonarsi a vicenda, ma anche sul perdonare se stessi e darsi una seconda possibilità per essere persone migliori.

A mio avviso ci sono troppi personaggi secondari per un’opera breve, alcune situazioni restano in sospeso e avrei voluto che ci fossero più momenti dedicati al legame tra Shoya e Shoko. (Sapete che entrambi vengono chiamati “Sho-chan” dalle rispettive madri?)

In conclusione, consiglio questo manga a tutte quelle persone che cercano qualcosa di diverso e che vogliono emozionarsi. Preparate i fazzoletti!

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Recensione #4 – La Voce delle Stelle (Makoto Shinkai)

La Voce delle Stelle (Hoshi no Koe in giapponese) è un manga scritto da Makoto Shinkai e disegnato da Mizu Sahara.

È tratto dall’omonimo cortometraggio, realizzato dallo stesso Shinkai completamente da solo e con mezzi casalinghi. I disegni della trasposizione a fumetti risultano meno acerbi e più gradevoli rispetto a quelli dell’anime, mentre la storia è stata ampliata.
In Italia il manga è stato pubblicato da d/visual e successivamente anche da Star Comics.

Noboru e Mikako sono due studenti delle medie nonché amici che pensano spesso al loro futuro insieme. Il sentimento che sta nascendo fra i due però è destinato a non sbocciare: Mikako infatti viene chiamata per una missione dell’ONU che ha come obiettivo principale lo studio dei Tharsiani, razza aliena ancora sconosciuta agli esseri umani. Inizia per la ragazza un duro allenamento a bordo di un Tracer, navicella spaziale simile a un robot gigante; Noboru invece conduce una vita monotona sulla Terra. I due ragazzi possono comunicare soltanto per mezzo di email (i nostri SMS). Ma più la giovane si allontana dal nostro pianeta, più tempo impiegano i messaggi ad arrivare a destinazione: prima alcuni giorni, poi mesi e infine anni.
Riusciranno Noboru e Mikako a sopportare la distanza che li separa? Oppure decideranno di rinunciare ai sentimenti che provano l’uno per l’altra? Scopritelo leggendo questo manga!

Struggente e poetica storia d’amore, La Voce delle Stelle tiene il lettore incollato alle pagine grazie al giusto mix di azione, flashback e introspezione dai toni un po’ malinconici. L’autore affronta il tema della distanza in modo impeccabile e toccante: si riesce a percepire quel senso di nostalgia e dolore che provano i protagonisti quando vorrebbero essere insieme fisicamente oppure quando ricordano i bei momenti trascorsi assieme. A chi non è mai capitato di sentirsi così almeno una volta nella vita?
Personalmente ho apprezzato questa storia proprio perché anch’io ho vissuto delle situazioni simili e so come ci si sente.

Pur essendo tratto dal cortometraggio, ritengo il manga superiore all’anime in grafica, trama e caratterizzazione dei personaggi. Sono presenti anche personaggi secondari che non compaiono mai nella trasposizione animata.

 

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cover

Copertina del manga (Io ho la versione d/visual)