Elisa Fumis – I migliori estratti

Amavo Noboru con ogni angolo della mia anima. Non avrei mai voluto separarmi da lui, lasciarlo andare via per sempre. A volte mi maledivo per aver scelto di assecondare quell’amore impossibile. Presto avrebbe dimenticato i contorni della mia essenza, avrebbe toccato un’altra donna, avrebbe tracciato un percorso di vita insieme a lei, avrebbero ballato sotto la luna con le membra stanche. Era quella la mia punizione: esistere senza essere accanto a lui. Ogni giorno custodivo le anime di coloro che aspettavano di andare in un altro mondo, percepivo il loro dolore o la loro impazienza, mentre io ero intrappolata a metà tra la vita e la morte, in una dimensione invisibile.
© Elisa Fumis – La guardiana delle lucciole (on writing)


Non avevo voglia di lottare, di strappargli la felicità. Noboru meritava di vivere serenamente, di essere amato da una persona reale. Le lacrime scivolarono dai miei occhi senza che me ne rendessi conto; non le potevo fermare, potevo soltanto accettare la verità: lui amava un’altra.

© Elisa Fumis – La guardiana delle lucciole (on writing)


Le lucciole si disposero in modo tale da formare un paio di forbici e iniziarono a tagliare. Guardai le ciocche scivolare sull’erba. Impiegarono un grande quantitativo di energia, quindi la loro luce si affievolì. Accostai una palma della mano all’altra e le invitai a posarvisi. Eravamo strettamente connesse: io sarei svanita per sempre senza la loro presenza, mentre queste ultime sarebbero finite nel luogo sbagliato senza il mio potere di guardiana. Potevo affermare di essere la guida delle anime smarrite. Non tutte venivano da me, molte sparivano dopo un tempo molto breve oppure rimaneva sulla Terra, troppo confuse o spaesate per raggiungermi. O forse preferivano vegliare su chi avevano lasciato, come se volessero stargli più vicino. Quasi nessun essere umano, però, era in grado di percepirle.

© Elisa Fumis – La guardiana delle lucciole (on writing)


Era un’anima solitaria; me l’ero sempre figurato in una stazione abbandonata, con i binari sospesi nell’aria, le sferzate del vento che lo spintonavano verso l’ignoto grigiore davanti a sé.
© Elisa Fumis – La guardiana delle lucciole

❝L’amore sopra ogni cosa. L’amore prima del tempo, dei battiti, dei pianti, dei sospiri, dei drammi, delle litigate, della rabbia che prende il sopravvento, degli ostacoli insormontabili, dei sacrifici. Un amore che cura. Un amore che ti mantiene in vita.❞

☆ Vendere Un Cuore Al Mercato Nero e altri racconti ☆

AMORE

(Fonte immagine: https://www.zerochan.net/1178101)

 

Vendere un cuore al mercato nero – Storia breve (Anteprima)

Era uscito dallo studio dello psicologo, l’espressione mesta. Aveva distolto lo sguardo e si era incamminato verso il parco, andandosi poi a sedere su una panchina all’ombra di un grande albero. Lo raggiunsi e lo fissai, restando in piedi davanti a lui. Il vento scompigliò i suoi lunghi capelli che sovente nascondevano i suoi bellissimi occhi color nocciola.
Alberto non disse una sola parola; se ne stava in silenzio, la mente occupata da chissà quali pensieri. Sembrava come se stesse scavando nella memoria in cerca di qualcosa: un ricordo, una conversazione, parole affidate al vento. Pur essendo l’uno accanto all’altra, percepivo una distanza insormontabile, come un grande muro che divide un luogo in due.
“Nessuno può aiutarmi!” esclamò all’improvviso, come se volesse rispondere alla domanda che non era ancora uscita dalla mia bocca. Mi accarezzò la guancia e sussurrò un flebile grazie. Poi si alzò e se ne andò, senza mai voltarsi.

Ci eravamo conosciuti in un pub del centro, una fredda sera di gennaio. In quell’occasione suonava una delle mie band preferite: i Track in Time. Non erano conosciuti ai più e infatti il locale non era troppo affollato. Alberto se ne stava da solo, a sorseggiare una birra. Invece io avevo ordinato un panino e dell’acqua frizzante: non avevo cenato a casa. Mentre piluccavo il mio sandwich il giovane mi aveva rivolto un sorriso; imbarazzata, avevo ricambiato. Quando il concerto era iniziato avevo distolto lo sguardo e mi ero messa a cantare a squarciagola tutte le canzoni. Finita l’esibizione, Alberto si era avvicinato, un bicchiere di birra nella mano destra, e mi aveva rivolto la parola:
“Spaccano, non trovi?”
Avevo annuito. “Sì, mi piacciono moltissimo! Era la prima volta che li sentivi?”
“Sì,” aveva risposto.
Avevamo parlato un bel po’: dei Track in Time, di musica in generale e di tante altre cose. Alla fine, ci eravamo scambiati i numeri di telefono e la promessa di richiamarci. Ma non fu così, almeno fino all’arrivo della primavera.
Dopo che Alberto aveva lasciato il parco, tornai a casa. Mi feci una doccia fresca, sfogliai distrattamente una rivista e pranzai. Passai il pomeriggio a oziare: prima mi misi a guardare un film, poi lessi un libro e infine ascoltai un CD. Pur avendo riempito la giornata con azioni a cui davo poca importanza, il mio unico pensiero era rivolto al ragazzo di cui ero innamorata; provavo una strana sensazione in mezzo al petto e mi mancava il respiro, come se tutta l’aria presente in questo mondo fosse all’improvviso sparita. La maglietta che indossavo si era appiccicata al mio corpo a causa del sudore e la stanza sembrava essersi rimpicciolita tutto d’un tratto, come se le pareti si stessero spostando per avvicinarsi e schiacciarmi. Respirai profondamente, le spalle che si alzavano e abbassavano a tempo di musica.
“Black tears, drowning in guilt,” cantavano i Track In Time.
Era ormai giunta sera quando ricevetti una telefonata: era Alberto!
“Hai programmi per questa sera?” mi chiese senza preamboli.
Rimasi in silenzio, la cornetta del telefono attaccata all’orecchio sinistro: potevo sentire il suo respiro dall’altro capo del ricevitore.
“No,” risposi laconica.
“Perfetto! Vediamoci al mare dopo cena!” e riattaccò, senza permettermi di replicare.

 

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Wasted face that swallowed time
With Armageddon crawling
She’s insane, this friend of mine
And she’s always bawling
Hear her calling
Hear her calling you
Hear her calling
Hear her calling you
There’s a place within her mind
With rains already falling
She’s insane, this friend of mine
And she’s always bawling
Hear her calling
Hear her calling you
Hear her calling
Hear her calling you
She’s preparing for the flood
The deluge and the sliding mud
She’s preparing for the flood
Running on black market blood
Black market blood
Wasted face that swallowed time
With Armageddon crawling
She’s insane, this friend of mine
And she’s always bawling
Hear her calling
Hear her calling you
Hear her calling
Hear her calling you
She’s preparing for the flood
The deluge and the sliding mud
She’s preparing for the flood
Running on black market blood
Black market blood
Black market blood
Black market blood
Black market

Se ti facessi entrare

Tu vorresti soltanto uscire
Se ti dicessi la verità
Tu lotteresti per una menzogna
Se mi mettessi a nudo
Combinerei un casino che non riusciremmo a rimediare.

Se tu mi seguissi
Ti perderesti e basta.
Se tentassi di avvicinarti
Perderemmo il contatto e basta
Ma tu sai già troppo
E non stai andando da nessuna parte

(Don’t go – BMTH)

It breaks my heart

“It breaks my heart
To leave you far behind
It breaks me up
To leave so suddenly
Knowing we might never meet again
It hurts so much
To lose another friend
I could hope you’re just as sad
To see me go

But I’d hate to be the cause
Of grief to someone I like so
Knowing we might never
Meet again
It hurts so much
To lose another friend.”

(Prague)

Questa canzone sembra scritta proprio per me.

(Appena posso, scrivo un articolo sul concerto di sabato e del film al cinema di oggi! Ora come ora, non riesco a fare nulla. Non riesco a concentrarmi nemmeno sul mio libro, nonostante abbia questa idea… Scusate il mio modo di essere! E grazie per leggermi, mi dimentico sempre di dirlo.)

A presto.

Birthday

Citazione

Ma dovrebbe essere un bel giorno… Dovrebbe essere il giorno in cui sei felice da far schifo, da sorridere come un ebete e piangere solo di gioia, dovrebbe essere il giorno in cui la gente ti fa regali non materiali, dove qualcuno viene a prenderti, ti porta alle giostre o semplicemente da qualche parte a divertirti e a salvarti, per una volta.

When they found…

Citazione

When they found them, had their arms wrapped around each other.
Their tins of poison laying near by their clothes.
The day they both mistook an earthquake for the fallout.
Just another when the wild wind blows…

Quando li hanno trovati, si abbracciavano a vicenda.
Le boccette di veleno erano posate vicino ai loro vestiti.
Il giorno che scambiarono un terremoto per la fine di tutto.
Solo un’altra cosa quando il folle vento soffia…

Citazione

Il suo dolce sorriso mi confondeva. Ma io non lo potevo avere.
C’è troppo che non c’appartiene. Ed io non ho ancora trovato il mio posto.

Nei miei sogni accarezzo i tuoi capelli. Mi piace il tuo modo di spostarli.
Ti riconoscerei anche nelle tenebre. Ma non posso averti.