Recensione #51 – Diario di un perdente di successo di Dario Mondini

Il nostro mondo era davvero piccolo ma sembrava bastarci.

Diario di un perdente di successo è un romanzo scritto da Dario Mondini e pubblicato da Europa Edizioni.

“Cinquecento metri, un chilometro, non so bene quanto stia percorrendo, le macchine mi passano di fianco lavandomi a ogni pozzanghera. Ho paura ma non sento la fatica, ho quasi quarant’anni e un’anca ricostruita tramite osteosintesi a seguito dello schianto del 2011. Mi merito una serataccia così, un segno del destino, basta cercare avventure che svuotano l’anima e prosciugano il portafogli. Penso a Viviana, la ragazza che amo e corteggio inutilmente da due anni, a lei piace fare jogging oltre che danzare. Corro un po’ per emularla e nel frattempo mi vengono in mente tante cose, ripercorro i miei primi (quasi) trentanove anni. Se fossimo insieme tutto questo non sarebbe successo, non sarei uscito di casa, saremmo assieme a guardare gli Europei o forse ancora a ripercorrere i passi del suo recente saggio di danza.”

Diario di un perdente di successo è un’autobiografia romanzata.

Dario è un uomo di quasi quarant’anni, che decide di ripercorre la sua movimentata vita.
Fin dall’infanzia ha un rapporto speciale con i genitori e i fratelli maggiori, che considera i suoi punti di riferimento. La sua è una famiglia da “Mulino Bianco”.
Il nostro eroe si racconta con coraggio, entrando anche in particolari intimi tragicomici, come nelle migliori commedie italiane.
Fa piangere e ridere il lettore grazie alla sua semplicità, al suo modo diretto di esprimere i propri sentimenti e i propri pensieri.
“Ma chi è davvero Dario?” si interroga colui che si appresta a leggere il suo libro, che ricorda davvero un diario.
Il protagonista, nonché l’autore stesso, è una persona dal cuore tenero, da bambino, astemio e responsabile, che ama le auto costose, il buon cibo e i propri cari. Da sempre appassionato di calcio, si avvicina al ping pong dopo alcune vicissitudini. Non abbandona mai gli amici e preferisce le serate all’oratorio e i giri in scooter alle discoteche.
Nonostante abbia una buona autostima dal punto di vista del carattere, si sente insicuro sul piano estetico, che lo porta spesso ad avere ansia da prestazione e a collezionare una serie di figuracce divertenti da raccontare agli amici di sempre.
Tanti sono gli affetti nella vita di Dario, tuttavia si percepisce un senso di vuoto costante, che riempie con auto sportive, cene nei ristoranti stellati, viaggi e uscite. Si distrae come può, tra una partita di tennis da tavolo, una delle sue più grandi passioni, e una vittoria al fantacalcio. Ciò che manca davvero per renderlo felice è un amore, travolgente, presente, sereno. Vorrebbe condividere le proprie gioie e i propri dolori con la persona giusta.
Dario rammenta con un pizzico di malinconia le sue relazioni amorose. Quelle più importanti sono state con Elisa, la sua prima storia seria, e con Laura. Il rapporto che lo legava a quest’ultima era turbolento e piuttosto altalenante.
Il suo errore nelle storie d’amore è di ignorare sempre i campanelli d’allarme, soprattutto quando conosce dei “casi clinici” che andrebbero evitati fin da subito. Donne bisognose di affetto o desiderose di trovare una scappatoia. Di tutto e di più!
Nonostante abbia abbandonato la sindrome di Peter Pan, conserva uno spirito fanciullesco, che sfodera durante i convegni organizzati dall’azienda in cui lavora come data entry. Molti suoi colleghi lo adorano proprio per la sua capacità di distinguersi e di sdrammatizzare nelle situazioni più stressanti. Si può dire che essere stato assunto in un’agenzia di lavoro sia stata una svolta nella vita di Dario, che da studente che sceglie la strada più facile è diventato a tutti gli effetti un dipendente stacanovista.

Ma non è finita qui: nuove incredibili disavventure del simpatico perdente di successo sono state scritte nel seguito.

Diario di un perdente di successo non è soltanto un’autobiografia romanzata o un romanzo di formazione per l’autore stesso, è soprattutto un omaggio a tutte le persone della sua vita, che gli hanno permesso di diventato quello che è oggi.

Tanti sono i nomi menzionati nel libro ma nessuna vera e propria caratterizzazione dei personaggi, se non quella di se stesso.
Alcune situazioni meriterebbero di essere sviluppate, in particolare quelle legate all’amore.

Il lettore prova empatia nei confronti di Dario in questa autobiografia coinvolgente.

Dario Mondini ci regala un’opera spassosa, profonda e a tratti triste, una testimonianza del proprio percorso di vita, che lascia una traccia nel nostro cuore e che ci insegna cosa non fare in certe occasioni.
Una storia che andrebbe letta ascoltando o canticchiando nella mente Gli anni degli 883.

In definitiva, Diario di un perdente di successo è un libro scorrevole e particolare. Il lessico dell’autore è buono. L’uso eccessivo degli avverbi rallenta un po’ la narrazione.


Lo consiglio a chi cerca una lettura diversa ed emozionante.

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